Fiumefreddo vuole tornare in sella | Sì di Crocetta, caos in Riscossione

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31 Ottobre 2017, 06:08

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PALERMO – “Ritiro le mie dimissioni”. Antonio Fiumefreddo lo ha scritto al collegio sindacale di Riscossione Sicilia e allo stesso presidente Crocetta. E il governatore ha già comunicato alla spa: “Sì, Fiumefreddo deve tornare al suo posto”. E così, nella società delle tasse, è di nuovo il caos. Il ritorno dell’avvocato catanese rappresenta l’ultima puntata di una storia infinita, ricca di colpi di scena, veleni, accuse e tanta, tantissima confusione.

La storia è tutta in un carteggio tra l’ex amministratore unico di Riscossione, Palazzo d’Orleans e l’assessorato regionale all’Economia. Ed è una storia di paradossi. È il 14 settembre quando Fiumefreddo comunica le proprie “dimissioni irrevocabili”. Sono i giorni in cui si parla anche di una sua possibile candidatura alla presidenza della Regione. Un’idea che si scontrerà presto contro le norme sulle incandidabilità.

Le dimissioni di Fiumefreddo sono anche legate a una norma del collegato alla Finanziaria che prevedeva appunto la liquidazione di Riscossione Sicilia e la contestuale decadenza dell’amministratore unico. E in effetti Crocetta, a metà settembre, dopo le dimissioni di Fiumefreddo, ha designato il nuovo cda, anticipando anche la convocazione dell’assemblea dei soci, evitando così lo scoccare dei termini del “blocca-nomine”. E così, ecco il nuovo management di Riscossione, composto dal dirigente generale Sergio Gelardi e da due fedelissimi di Crocetta: il capo di gabinetto del governatore Giuseppe Amato e la segretaria di giunta Antonina Buonisi.

Tutto risolto? Macché. Ecco che subentrano altri due fattori a complicare la storia. L’Ars infatti nel frattempo “chiude i battenti” e il Ministero dell’Economia solleva qualche dubbio sulla norma approvata dalla stessa Assemblea sulla liquidazione della società. E così, da un lato diventa impossibile per la prima commissione legislativa, come prevede il procedimento per nomine di questo tipo, l’esame delle designazioni di Crocetta; dall’altro, Fiumefreddo è tornato alla carica, parlando di “legge impugnata” e reclamando il proprio diritto a tornare alla guida di Riscossione Sicilia.

Una richiesta che Fiumefreddo formalizza in una lettera del 4 ottobre: “Alla luce del’impugnativa della legge varata dall’Ars – scrive – ed essendomi dimesso in ossequio a quella legge”, l’avvocato fa sapere di ritirare le proprie dimissioni che tra l’altro, fa notare, non sono mai state formalmente accettate e chiede anche di revocare la modifica dello Statuto che ha portato alla creazione del nuovo cda.

Peccato che, in realtà, la norma di cui parla non è mai stata impugnata. La presidenza del Consiglio dei ministri, infatti, nonostante i rilievi sollevati dal Mef, deciderà di impugnare diverse norme del collegato, ma non quella riguardante Riscossione Sicilia. Un fatto che verrà sottolineato dal Collegio sindacale dell’azienda che oggi, secondo le norme del codice civile, ha in mano la gestione di Riscossione. Il Collegio risponde a Fiumefreddo di non essere al corrente di una impugnativa e che, comunque, anche in quel caso, la legge sarebbe comunque vigente, in attesa di una pronuncia della Corte costituzionale. Il ritiro delle dimissioni, spiegherà il collegio, non può quindi essere accettato, “non solo perché dette dimissioni – scrive il presidente Giorgio Sangiorgio – nelle società per azioni, non necessitano di formale accettazione, ma altresì in considerazione del fatto che la cessazione dalla carica è stata ritualmente annotata presso il Registro delle imprese dal notaio che ha redatto il verbale dell’assemblea straordinaria del 19 settembre 2017, e che le decisioni assunte in quell’occasione dai soci presuppongono, all’evidenza, la presa d’atto delle dimissioni dalla carica dell’Amministratore unico”.

Amministratore che non si è arreso, però. E che ha continuato a chiedere di rientrare nel ruolo di guida della società. Il 26 ottobre, anche con una nota diretta al governatore Rosario Crocetta che a quel punto ha scritto all’azienda. Il presidente della Regione, dopo avere messo la propria firma sulla norma che prevedeva la decadenza dell’amministratore e l’impossibilità di rinominare chi ha già ricoperto quel ruolo, dopo avere anticipato l’assemblea straordinaria per modificare lo Statuto di Riscossione, dopo avere nominato tre fedelissimi nel cda, ha scritto alla spa chiedendo, sempre il 26 ottobre scorso, di fare tornare Antonio Fiumefreddo alla guida dell’azienda. Ma l’assemblea, riunitasi lo stesso giorno, ha deciso di non deliberare nulla. Se ne parlerà quasi certamente dopo le elezioni. È sempre il caos in Riscossione Sicilia.

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31 Ottobre 2017, 06:08

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