Fiumi di droga tra i padiglioni | Arrestata intera famiglia allo Zen

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29 Gennaio 2018, 08:40

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PALERMO – Tre misure cautelari in carcere, tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e una misura di libertà vigilata (Clicca qui per guardare le foto). Questo il bilancio del blitz che questa mattina hanno eseguito i carabinieri della stazione di San Filippo Neri di Palermo nei confronti di un intero nucleo familiare dedito al traffico di sostanze stupefacenti. (clicca qui per guardare il video). Dopo l’operazione “Teseo” già condotta dai militari allo Zen nel febbraio 2017 con l’arresto di 27 persone, l’indagine di oggi, denominata “Under Square”, ha ancora una volta fatto emergere una conduzione familiare del market della droga nel popolare quartiere alla periferia Nord del capoluogo siciliano.

Le indagini sono state avviate ad aprile scorso, quando i militari hanno eseguito un arresto in flagranza di reato nei confronti di Davide Arizzi, trovando due chili di marijuana, 400 grammi di hashish e 18 grammi di cocaina, oltre a vario materiale necessario per il confezionamento in dosi, in un appartamento a pochi metri dalla stazione dei carabinieri all’interno dello Zen. Da lì, l’inizio delle attività tecniche, con intercettazioni telefoniche ed ambientali, grazie alle quali si sono ricostruiti gli assetti e le dinamiche criminali dell’intera famiglia Arizzi. È così progressivamente emerso come la famiglia avrebbe gestito l’attività di spaccio, sfociando in una sorta di mini-market della droga a conduzione familiare in cui, ovviamente, ognuno aveva un ruolo che andava dal reperire fondi per l’acquisto all’ingrosso allo smercio vero e proprio eseguito anche con l’aiuto di soggetti estranei alla famiglia, come Semire Dhaou Ben. 

In particolare, emerge la figura di Davide Arizzi che, nonostante la detenzione presso la casa circondariale “Pagliarelli” di Palermo, ha tentato di dare ordini al fratello Antonij, impartendo velate disposizioni allo scopo di far proseguire la coltivazione di piante di marijuana. Sempre gli stessi militari, all’interno di un cunicolo situato al di sotto di un padiglione dello Zen, di fianco alla caserma dei carabinieri, hanno individuato una botola ricavata sul pavimento di un vano condominiale, che formava un passaggio sotterraneo di collegamento con il locale dove erano custodite ben 20 piante di marijuana dall’altezza di 1 metro circa, con lampade e reattori, impianti di condizionamento ed aspirazione e quanto fosse necessario per la coltivazione, oltre a 20 dosi di cocaina, circa 800 grammi di marijuana e quasi 1 kg e 500 grammi di hashish. Ed è proprio dal rinvenimento di questa piantagione di marijuana che l’indagine prende il nome “Udner square”.

Riscontri ed attività tecnica hanno permesso di risalire alla paternità anche di questa quantità di sostanza stupefacente, di cui tutti i familiari parlavano, specie i due fratelli al fine di creare un “impero”, da cui trarne i profitti dopo la liberazione di Davide Arizzi. Uno dei riscontri emersi dall’attività è stato il rinvenimento di un “pizzino” in possesso della madre di Davide Arizzi, Santa Lo Iacono, consegnato alla donna dal figlio detenuto in occasione di un colloquio in carcere. Grazie alle informazioni contenute nel pizzino si è avuto modo di risalire alla grande quantità di stupefacente, occultato in un cunicolo sotterraneo del padiglione dello ZEN 2. Ad aiutare i due fratelli Arizzi nell’attività di spaccio al dettaglio c’era Semire Ben Dhaou, 22 anni: il giovanissimo era un fedele collaboratore della famiglia Arizzi, legato da un rapporto di amicizia con i due fratelli, che ha dato il suo contributo nella coltivazione della piantagione e nel confezionamento in dosi. Con i riscontri effettuati da parte dei Carabinieri, “l’impero ARIZZI” iniziava la sua fase discendente. E proprio nell’ultima fase dell’attività, è stata riscontrata la pianificazione di una rapina, da parte di Antony Arizzi, Ben Dhaou e Giovanni Palazzolo i quali, a causa della mancanza di denaro derivante dai numerosi sequestri subiti, avrebbero pianificato di rapinare un centro scommesse a Balestrate. Il colpo non venne mai messo a segno per il preventivo intervento dei militariPer questo a Palazzolo, 30 enne, è stata applicata la misura provvisoria della libertà vigilata. 

Gli arrestati, tutti trasferiti in carcere, sono i fratelli Arizzi, Davide ed Antonj, di 26 e 27 anni, e Semire Ben Dhaou, 21 anni. Il Gip ha invece disposto la misura cautelare dell’obbligo di firma per Carmelo Arizzi, 59 anni, Giuseppa Chiara Arizzi, 29 enne e Santa Lo Iacono, 56 anni. Per tutti viene contestato il reato di detenzione illecita di ingenti quantità di stupefacenti.

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29 Gennaio 2018, 08:40

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