Fondi comunitari | Bocciati sette dipartimenti

di

28 Giugno 2013, 19:45

2 min di lettura

PALERMO – Che la Sicilia fosse indietro nella spesa delle risorse comunitarie lo aveva confermato pochi giorni fa il Comitato di sorveglianza. Lo conferma oggi anche la Corte dei conti nel giudizio di parifica del rendiconto 2012 della Regione.

La maglia nera va a ben sette dipartimenti, poco meno di un quarto del totale. Sono i dipartimenti Acqua e Rifiuti, Energia, Beni Culturali, Istruzione, Famiglia, Finanze e Turismo: hanno speso meno dell’1 per cento dei fondi comunitari del Po-Fesr a loro assegnati. Il dipartimento più capace di spendere i soldi dell’Unione europea è invece quello delle Infrastrutture con 36,1 per cento di spesa certificata. Lo stesso da cui peraltro proviene Vincenzo Falgares, neo-direttore generale del dipartimento per la programmazione.

Nel dettaglio i dipartimenti che fanno parte della black list pagano carenze specifiche. Il dipartimento  Energia non avanza perché, come dichiarato dall’autorità di garanzia,  quanto certificato è relativo al solo fondo Jessica. Per il dipartimento Acque e rifiuti, malgrado il livello complessivo della spesa dipartimentale abbastanza avanzato (+24,9%), il dato negativo dell’anno 2012 è dovuto “al ritiro delle somme relative alla procedura di infrazione”. Il dipartimento Turismo regista un avanzamento negativo a causa della “decertificazione” di alcune somme della linea 3.3.1.1, sulla quale sono ancora in corso “più approfondite verifiche”.

Articoli Correlati

Discorso a parte merita il dipartimento Istruzione la cui dotazione finanziaria è stata incrementata di 263 milioni di euro, questo risorse saranno però  gestite direttamente dal ministero dell’Istruzione come “organismo intermedio ad eccezione di circa 10 milioni di euro che saranno gestiti direttamente dal dipartimento in quanto rientranti nel Piano regionale triennale per l’edilizia scolastica”.  Il dipartimento Famiglia paga le difficoltà attuative “legate all’Asse VI – Città e all’incidenza di fattori esterni, come  il rispetto del patto di stabilità, e la normativa sugli appalti che hanno condizionato la capacità di spesa dei Comuni”. Lo stesso ragionamento può essere fatto per il Dipartimento Urbanistica.

Già uscito, pur parzialmente, dal guado invece il dipartimento dei Beni culturali. Nel 2012 infatti lo stesso “ha provveduto ad apportare diverse rettifiche finanziarie – come si legge nella relazione – in applicazione degli esiti dei controlli della nota del Comitato di coordinamento dei Fondi sulle procedure di selezione degli interventi finanziati”. Ad oggi quindi la spesa, che si assesta su di un avanzamento pari al 12 per cento della dotazione dipartimentale, è stata interamente revisionata ed è regolare.

Pubblicato il

28 Giugno 2013, 19:45

Condividi sui social