Fondi Ue, Sicilia al primo posto | per le irregolarità

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17 Febbraio 2014, 20:46

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PALERMO – Spetta alla Sicilia il primato, poco lusinghiero, di frodi e irregolarità nella gestione dei fondi Ue. Solo nell’isola l’Erario deve recuperare per irregolarità (dati 2012) ben 148,5 milioni di euro, seguono la Campania con 17,4 milioni e la Calabria con 12 milioni. E’ quanto emerge dalla relazione che la Corte dei Conti ha trasmesso al Parlamento. I programmi “maggiormente interessati” a irregolarità, scivono i giudici contabili, “sono quelli regionali, con somme da recuperare che incidono per il 56,4% su gli importi complessivi: il 94,2% è relativo a fenomeni riscontrabili nelle Regioni meridionali, l’1,9% in quelle centrali e d il 3,9% in quelle del nord.

Solo in 4 Regioni (Valle d’Aosta, Provincia autonoma di Trento, Molise e Lazio) “non sono stati segnalati importi irregolari mentre in 8 Regioni (Lombardia, Provincia autonoma Bolzano, Friuli Venezia-Giulia, Liguria, Umbria, Marche, Abruzzo e Puglia) la spesa irregolare si attesta al di sotto del milione di euro”. Le Regioni con irregolarità al di sotto dei 3 milioni ciascuna sono Basilicata, Veneto, Toscana e Sardegna. Fra le somme irregolari, elevatissime, segnala la Corte dei Conti, sono quelle a carico del Fesr, “in particolare nella Regione Sicilia, in cui sono state accertate irregolarità per 147,3 milioni di euro mentre. Per quanto riguarda le irregolarità in materia di politica agricola (Feaga/Feasr), la situazione nel 2013 è in lieve miglioramento rispetto al 2012.

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Molti degli importi da recuperare risultano a carico di Agea, che è organismo pagatore per molte Regioni. Un recente controllo della Sezione sulle irregolarità e frodi in Campania e Sicilia, la cui relazione è stata approvata con deliberazione n.3/2013, ha posto in luce che la parte più rilevante delle segnalazioni Agea è ascrivibile alla Regione siciliana, che incide per il 42,5% sugli importi complessivi da recuperare. Per la Corte dei Conti il fatto che “gli importi più rilevanti da recuperare sono riferibili alle Regioni meridionali inserite nell’Obiettivo Convergenza (già Obiettivo 1) “è riconducibile alla circostanza che esse sono destinatarie di rilevanti risorse europee e sono influenzate dalla particolare situazione socio-economica locale, caratterizzata da vari fattori negativi connessi alla presenza sul territorio della criminalità organizzata ed a un più marcato ritardo nella crescita economica rispetto alle altre aree”.

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17 Febbraio 2014, 20:46

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