12 Dicembre 2017, 18:22
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PALERMO – Il giorno decisivo sarà il 19 dicembre prossimo. Tra una settimana, infatti, è prevista l’udienza nella quale si deciderà il futuro prossimo della Formazione professionale siciliana. Gli uffici della Corte dei conti che si occupano del controllo preventivo, infatti, hanno deciso di non concedere il “visto” a una ventina di decreti di finanziamento agli enti relativi all’Avviso 8 firmati dal vecchio governo regionale e di rinviare l’esame alla Sezione di controllo che interverrà a livello collegiale. In pratica, uno “stop” al mega-bando da 136 milioni che, tra ritiri e ricorsi, è fermo ormai da diversi mesi. “Ma stiamo pensando a un ‘piano B’” assicura il neo assessore Roberto Lagalla.
La Corte, quindi, ci va cauta. Anche perché nel frattempo pende un ricorso al Tar sull’Avviso che verrà discusso alla fine di maggio. Fino ad allora, quindi, non è possibile prevedere che fine farà il bando, appunto. Intanto, come detto, il 19 dicembre la Corte dei conti riceverà ed esaminerà le controdeduzioni dell’assessorato ai rilievi sollevati e che hanno rappresentato un ostacolo in vista del “via libera” necessario. Dopo i primi rilievi, infatti, l’assessorato ha scelto di non “controdedurre” in prima istanza. E così, i decreti sono stati “deferiti” alla Sezione dove la Regione potrà, in adunanza, far valere le proprie ragioni.
Uno stallo che certamente, al momento, non consente di far ripartire i corsi. Se le spiegazioni della Regione non saranno sufficienti, quindi, la Corte negherà il visto. E tutto sarà in salita. Così, le ipotesi alternative al momento sono tre. E sono illustrate dallo stesso assessore Lagalla: “Dall’adunanza capiremo se potremo andare avanti con l’Avviso 8, oppure se sarà necessario revocarlo o congelarlo in attesa della pronuncia dei tribunali amministrativi”.
Le ultime due ipotesi, ovviamente, si tradurrebbero in un nuovo stop per i corsi di formazione. “Ma è intollerabile – dice Lagalla – che da oltre due anni non si svolga un’ora di formazione in Sicilia. Noi vogliamo dare garanzie agli operatori e allo stesso tempo rispettare il dettato costituzionale che assegna alla Formazione un ruolo essenziale”. Come fare, però, visto il garbuglio burocratico nel quale è finito il settore? “Stiamo pensando a un piano B – dice Lagalla – e proprio per questo ho deciso di convocare prima di Natale le organizzazioni sindacali e quelle datoriali. Abbiamo già qualche idea, ma è necessario attendere l’adunanza del 19 e poi parlarne, appunto, con gli addetti ai lavori”. Sullo sfondo, una “soluzione-ponte”. Quella che porterebbe al reperimento di fondi dal bilancio regionale al posto di fondi europei (come quelli che finanzierebbero appunto l’Avviso 8). In attesa di capire cosa ne sarà del bando da 136 milioni.
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12 Dicembre 2017, 18:22