09 Aprile 2009, 17:28
1 min di lettura
“La Sicilia, attraversata da una crisi senza precedenti, non puo’ consentire che un settore importante, come quello della formazione professionale, sfugga ad ogni logica produttiva e alimenti invece sacche di spreco e di clientelismo”.
Lo sostiene Barbara Cittadini, vicepresidente di Confindustria Sicilia con delega per Ricerca, Formazione ed Education.
“Non esiste alcuna Regione in Italia – spiega la Cittadini – che impegni quasi 250 milioni di euro per finanziare corsi che, salvo rare eccezioni, sono privi di qualsiasi legame con i fabbisogni formativi delle imprese”.
Secondo la vicepresidente di Confindustria Sicilia, “la quantita’ e la qualita’ dei corsi di formazione, finanziati dalla Regione, con uno spropositato numero di enti, risultano non solo eccessive, ma soprattutto poco coerenti con le esigenze dell’attuale base produttiva siciliana”. E aggiunge: “L’assistenzialismo che da anni appesantisce il settore va combattuto con una immediata e coraggiosa riforma. Con un processo virtuoso di riqualificazione che restituisca garanzie e dignita’ sia agli insegnanti, sia ai tanti giovani che, nella convinzione di frequentare i corsi per poi trovare un lavoro, in realta’ usufruiscono di un parcheggio sociale, malamente inteso come antidoto alla disoccupazione”.
“I conflitti istituzionali di questi ultimi giorni – conclude il vicepresidente degli imprenditori siciliani – purtroppo non lasciano sperare in quella inversione di rotta che Confindustria Sicilia ha tenacemente e costantemente sollecitato.
Nel momento in cui la crisi e la ristrettezza delle risorse impongono sacrifici a tutte le componenti del tessuto sociale, una gestione fuori controllo della formazione sarebbe segno di scarsa sensibilita’ da parte di chi dovrebbe adottare le conseguenti determinazioni politiche”.
Pubblicato il
09 Aprile 2009, 17:28