02 Aprile 2014, 21:20
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PALERMO – Chiede al governo di chiudere con il passato per garantire il futuro alla formazione professionale in Sicilia. Chiede di ripartire da zero per ricostruire un nuovo sistema, fondato su regole di accreditamento rigorose “che verifichino l’onestà di soggetti terzi che ne entrano a far parte (società, agenzie, enti)”. Chiede, infine, l’attuazione di metodi selettivi “per certificare, per la prima volta, la professionalità dei lavoratori”. Maurizio Bernava, segretario generale della Cisl siciliana – al suo arrivo nei locali del l’istituto ‘Rutelli’ di piazza Montalto per prendere parte all’attivo regionale dei lavoratori del settore organizzato dalla Cisl – contesta, ancora una volta, l’atteggiamento “accusatorio” del governo regionale che, per voce del governatore Crocetta, “continua a parlare di un sistema di spartizione clientelare dei fondi pubblici”.
“Il settore è esploso per l’ingordigia della politica – sentenzia Bernava – che in questi anni ha attuato un’occupazione indebita, continuando a fare assunzioni e aumentare corsi senza che ci fosse la copertura finanziaria, è vero, ma anche perché il governo Crocetta – attacca senza preamboli – lo ha distrutto, destrutturato al suo interno. Crocetta, ripeto, ha continuato a criminalizzare il settore anziché risolvere i problemi e, adesso, ha l’onere di ricostruirlo. Lo deve alla parte sana della formazione, ai lavoratori e agli operatori onesti”. Per il sindacalista, dunque, chiudere col passato è il primo atto da compiere. Quello successivo – non meno importante – consiste nel fornire “una risposta sociale ai lavoratori”, ormai in balia “dell’incertezza e della disperazione”. “Abbiamo fatto una proposta molto forte e coraggiosa – dice ancora il leader della Cisl – noi siamo pronti a chiudere il sistema così com’è, metterlo in liquidazione come accade per un’azienda, approfittare del passaggio transitorio al Ciapi e guardare al futuro con un occhio nuovo, ‘smaliziato’, lontano dalle logiche di potere. Bisogna, oggi come non mai, ridare una tutela sociale – aggiunge – , reddituale e di gratificazione professionale agli operatori ma, soprattutto, agganciare la formazione al settore dell’economia, delle imprese, alla parte ‘viva’ della città insomma”.
E sui progetti ‘Spartacus’ e ‘Prometeo’ avviati per dare un’immediata boccata d’ossigeno ai lavoratori Bernava dice, senza mezzi termini, che “vanno vissuti come un fatto transitorio, come un malato in rianimazione che ha bisogno di linfa per non morire – dice -. Il problema è cosa si farà dopo il passaggio al Ciapi, su questo il governo è in grande ritardo. Ho parlato più volte con Crocetta e l’assessore Scilabra esprimendo dubbi e perplessità. Il punto è sempre quello – ribatte – senza risposta sociale nessuna riforma andrà mai in porto”. “Chiediamo un’ancora di salvezza per il presente – interviene Giovanni Migliore – a pagare non possono essere sempre e solo i lavoratori che oltre a non percepire gli stipendi sono additati come ladroni, assoggettati a chi in questo settore ha effettivamente fatto il bello e il cattivo tempo”.
Disillusione e rabbia tra i lavoratori presenti alla riunione. “Siamo da 14 mesi senza sostegno al reddito di nessun tipo – raccontano – la maggior parte delle famiglie della formazione sono monoreddito, spesso non arriviamo alla seconda settimana del mese, non sappiamo come sfamare i nostri figli. Le parole non contano più nulla, non abbiamo più tempo di ascoltarle – dicono ancora – le banche ci chiamano giornalmente, il padrone di casa pretende l’affitto. Non ce la fanno più neppure coloro che hanno due redditi a carico, figuriamoci il resto. Vogliamo soltanto quello che abbiamo maturato negli anni. Insieme a un po’ di rispetto”.
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02 Aprile 2014, 21:20