21 Ottobre 2014, 14:43
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PALERMO – La formazione professionale torna in piazza: domani sciopero generale con l’ennesima manifestazione che terminerà davanti alla Presidenza della Regione. “Siamo estremamente preoccupati dalla possibilità che possano esserci un’ondata di licenziamenti. L’assessore sta avviando il piano formativo, ma non vogliamo sentirci dire che l’operazione è riuscita mentre invece il paziente è in fin di vita”. Queste le parole di Claudio Barone, segretario generale della Uil siciliana. “Cosa chiederemo? – continua il segretario – Ovviamente la tutela dei posti di lavoro. Infatti, ancora oggi, non abbiamo avuto risposte chiare”.
La Flc Cgil ieri ha organizzato una serie di sit in nei capoluoghi siciliani davanti ai palazzi municipali. Il sindacato rende noto sul proprio sito internet che ieri “delle delegazioni di Flc e Cgil sono state ricevute dai sindaci a cui hanno chiesto di sostenere la loro richiesta di un tavolo nazionale di crisi per il settore”. Sempre nella nota le parole del segretario della Flc Sicilia, Giusto Scozzaro: “Dobbiamo costruire un fronte compatto per dare risposte ai lavoratori, quello della formazione è un settore che deve essere messo nelle condizioni di funzionare al meglio, per i giovani e il futuro della Sicilia”.
La richiesta di un tavolo nazionale di crisi sulla formazione professionale è stata oggi formalmente avanzata dalla Flc e dalla Cgil della Sicilia al Ministero dello sviluppo economico, mentre era in corso davanti alla sede del Mise un sit- in di lavoratori.
La Cisl ha già ribadito in piazza e nei giorni scorsi la sua posizione. Da un palco montato sabato su di un camion posizionato davanti a Palazzo d’Orleans. Tra i 18 personaggi, uno per ogni categoria, che hanno preso la parola per esprimere la propria preoccupazione e rabbia, vi è stato anche chi ha parlato di formazione. “Siamo in piazza, tra la gente, già da tempo. Abbiamo già reso pubblica la nostra proposta. Occorre un cambiamento immediato, perché a pagare sono sempre i lavoratori”
Anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando ha incontrato a Palazzo delle Aquile i rappresentati sindacali confederali dei lavoratori del settore della formazione e dell’orientamento, ha detto la sua, ribadendo che “quello della formazione è un settore in gravissima crisi che condanna all’assenza di prospettive e retribuzione circa 8.000 lavoratori nella regione. Una situazione resa ancora più grave dall’assenza del ricorso alla cassa integrazione ed altri ammortizzatori sociali”. Lo stesso primo cittadino ha inviato una richiesta, in qualità di presidente dell’Anci Sicilia, e quindi in rappresentanza di tutti i Comuni dell’isola un appello al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al fine di aprire un “tavolo di crisi nazionale”. Quest’ultimo deve avere il compito di “sottrarre questo settore a un ormai paludoso clima di confusione e rinvii che fanno pagare a un intero comparto i ritardi e le inefficienze della Regione”. Sempre Orlando ha evidenziato di aver inviato una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e ai prefetti dell’Isola, con riferimento al servizio dell’obbligo istruzione e formazione, che coinvolge circa 4.000 minori “che per inefficienze e ritardi hanno perso già due anni di istruzione e formazione obbligatoria, costretti ormai, nella migliore delle ipotesi, a compiere in cinque anni un percorso formativo che era previsto in tre”.
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21 Ottobre 2014, 14:43