01 Febbraio 2018, 12:02
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PALERMO – Assolta perché il fatto non sussiste. Patrizia Monterosso, ex segretario generale della Regione, era imputata per peculato davanti al giudice per l’udienza preliminare per la vicenda degli extra budget della formazione professionale e cioè i finanziamenti oltre la soglia prevista dai piani regionali.
Era accusata di essere stata il concorrente morale del peculato milionario commesso materialmente da Anna Rosa Corsello, ex dirigente del dipartimento della Formazione che ha scelto il rito ordinario. Secondo l’accusa, l’obiettivo del loro “disegno criminoso” era quello di “sottrarre il segretario generale al giudizio di condanna nel procedimento promosso dalla Corte dei conti”.
Si tratta del processo che si è concluso con una batosta ormai definitiva: Monterosso deve sborsare quasi un milione trecento mila euro, comunque coperti da un’assicurazione. Quando si seppe dell’indagine contabile, Monterosso avrebbe chiesto a Corsello di bloccare i pagamenti successivi destinati agli enti in modo da recuperare le somme e fare venire meno il danno erariale.
In particolare, il segretario generale nell’ottobre 2013 con un atto stragiudiziale invitò il dirigente “a sospendere qualsiasi pagamento in favore degli enti fino a concorrere nelle somme da recuperare e ad adottare atti amministrativi di compensazione dei crediti legittimamente vantati dagli enti con quelli vantati dalla Regione”.
Lo scorso giugno il Consiglio di giustizia amministrativa ha confermato che la “compensazione” era legittima. Un concetto ribadito dagli avvocati Nico Caleca e Roberto Mangano, secondo cui, l’operato di Monterosso “ha evitato che altri sette milioni di euro finissero nel calderone della formazione professionale che da lì a poco sarebbe esploso. Quei soldi sono così tornati nel bilancio della Regione”.
La nota di Crocetta. “L’assoluzione di Patrizia Monterosso non mi sorprende: ho creduto sempre nella sua innocenza”. Così l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta. “Adesso – aggiunge Crocetta – si chieda scusa a Patrizia Monterosso. Adesso ci chiedano scusa tutti coloro che hanno utilizzato l’indagine nei suoi confronti per uccidere l’immagine di una che ha fatto solo il proprio dovere e per demolire l’immagine di un governo, il governo Crocetta, che si è caratterizzato per un’azione di legalità senza precedenti. Ci chiedano scusa quanti, nel riferire l’accusa di peculato, hanno omesso di raccontare che non c’era alcuna distrazione di fondi pubblici, ma il recupero di ingenti risorse a favore della regione. Ci chiedono scusa coloro che hanno omesso di riferire che una decisione della corte europea affermava che quei recuperi erano obbligatori. Ci chieda scusa quella politica che per attaccare un governo non ha esitato a distruggere una persona che ha fatto solo il proprio dovere e veniva rappresentata come un delinquente”. L’ex Governatore si dice “fiero di non avere ceduto a quella Realpolitik che consigliava di mollare il proprio segretario generale, per darlo in pasto a carnefici cinici. Il tempo è galantuomo – conclude Crocetta – e come in questo caso, credo che ci continuerà dare ragione su tante cose che ci hanno visto protagonisti in questi anni. A coloro che hanno strumentalizzato politicamente una vicenda di normale comportamento amministrativo rappresentandola come un crimine, l’ignominia dello sciacallaggio”.
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01 Febbraio 2018, 12:02