20 Aprile 2011, 23:58
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Forse nessuno è completamente innocente in questa storia della Formazione. Non lo è la politica che gioca con la vita delle persone. Non lo sono i sindacati, spesso coriacei e adamantini sotto i riflettori e inciucisti nelle segrete stanze. E non lo sono del tutto nemmeno i lavoratori che si sono fidati di un patto col diavolo, di una promessa clientelare. Avrebbero dovuto saperlo: la festa dura finché l’onorevole di turno vuole e finché ci sono i soldi. Dopo, arrivederci e grazie.
Noi abbiamo criticato un sistema fasullo, creato soprattutto per ingrassare favori e clientele. Ma adesso i lavoratori in bilico ci appaiono i meno responsabili. Non è giusto che paghino per tutti. Sono deboli. E noi stiamo con i deboli.
Sono deboli perché non solleticano più il mercimonio del consenso elettorale, dopo anni di suggestioni, ammiccamenti e carezze lascive. Sono debolissimi e tra un po’ scompariranno dalla vista, per entrare dentro una sacca di povertà, perfettamente tollerata dai ricchi e potenti. Saranno uomini disperati e invisibili.
Ci muove un po’ al sorriso questa voglia draconiana e santa di riforme sulla pelle degli altri che segue secoli di inefficienza. E certo che è giusto tagliare i rami secchi e contenere i costi, Tuttavia, nessun sangue versato è ininfluente. Nessuna vittima collaterale è insignificante. Soprattutto, quando l’etica somiglia al paravento del comodo. E non parliamo dell’assessore né del dirigente che hanno dovuto gestire una crisi. Ci riferiamo a una classe al comando che ha sperperato risorse e futuro. Adesso chiede ai più disgraziati di tirare la cinghia. Prima le speranze delle persone con famiglia e sogni a carico sono state usate fraudolentemente, sfruttando le circostanze. Ora è tempo di buttare via acqua sporca e bambino, perché non conviene più. Una perla di pubblica immoralità.
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20 Aprile 2011, 23:58