17 Maggio 2011, 18:12
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La formazione torna a essere protagonista del dibattito all’Assemblea regionale siciliana. All’ordine del giorno della seduta di oggi di Sala d’Ercole la discussione generale sul disegno di legge “Interventi nel settore della formazione professionale”.
Un ddl sì, ma non una riforma secondo quanto detto dallo stesso assessore Mario Centorrino. “Si sta caricando questo disegno di legge di eccessive aspettative – spiega – non c’é nessuna riforma della formazione professionale, stiamo solo riorganizzando uno strumento di ammortizzazione sociale. Abbiamo calcolato un bacino di possibili esuberi che va da un minimo di 85 a un massimo di 1.000 soggetti che attingerebbero al fondo di garanzia per la formazione”.
Si tratta in effetti di due soli articoli che puntano a estendere a tutti i dipendenti assunti entro il 31 dicembre del 2008 la garanzia dello stipendio per 60 mesi se si viene licenziati o si perde il posto. Il beneficio interessa anche i lavoratori in servizio presso gli sportelli multifunzionali e gli enti dell’obbligo formativo e il fondo di garanzia verrebbe alimentato con i soldi tolti agli enti non in regola dal punto di vista contributivo e finanziario.
“Si ritiene – scrive il relatore Salvatore Lentini (Udc) nel testo – che il processo di riforma globale del settore della formazione debba essere preceduto da una fondamentale azione concernente l’utilizzazione e la razionalizzazione delle risorse umane impegnate nelle attività formative, senza la quale, attualmente, sembra impossibile procedere a qualsiasi tipo di riforma volta alla realizzazione di un’attività efficace ed efficiente nei confronti delle imprese siciliane e dei tanti cittadini, soprattutto giovani, che aspirano ad una reale e stabile occupazione”.
E dalle opposizioni le critiche non mancano.
“Lei assessore – dice Cateno De Luca (Sicilia Vera) – doveva presentare una riforma organica e invece presenta solo un articolo per l’estensione doverosa del fondo di garanzia. Nel 2003 la spesa per la legge 24 e gli sportelli multifunzionali è stata di 116 milioni, nel 2004 è salita a 154. Nel 2005 c’è stato lo scorporo e sono stati spesi 119 milioni per la legge 24 e 48 milioni per gli sportelli multifunzionali; nel 2006 abbiamo speso 208 milioni per la legge 24 e 52 milioni per gli sportelli. Nel 2007 la spesa è stata di 214 milioni per la legge 24 e 57 per gli sportelli; nel 2008 233 milioni per la legge e 62 per gli sportelli; nel 2009 277 milioni per la legge e 69 per gli sportelli. Nel 2010, ma i dati non sono definitivi perchè mancano dei rendiconti, sono stati spesi 277 milioni per la legge e 84 per gli sportelli. La formazione – denuncia – è il bancomat della politica. Non partecipo quindi al dibattito e le farò avere il dossier con una mia proposta di legge”.
Dal Pid Marianna Caronia sottolinea che ci sono “alcune storture” e bacchetta l’esecutivo. “Abbiamo auspicato per anni – spiega – una riforma organica che venisse fatta dal ‘governo delle riforme’ ma questo non è avvenuto. Continuo a pensare che la formazione in Sicilia debba diventare un fiore all’occhiello per rilanciare l’attività politica ma se invece ci limitiamo a mandare i personale in esubero nel fondo di garanzia gettiamo la formazione nella macelleria sociale”.
“L’assessore Centorrino – interviene Filippo Panarello (Pd) – sta cercando di salvare il sistema formativo in Sicilia, rimodernandone i contenuti e utilizzando efficacemente le risorse del Fondo Sociale Europeo. C’è una situazione grave, stiamo cercando di arginare i disastri fatti in passato dal centrodestra: dobbiamo evitare che chi da anni opera con serietà in questo settore sia equiparato a chi ha lavorato qualche mese utilizzando gli enti come fossero segreterie politiche”. “Quello che non possiamo accettare – aggiunge Panarello – è che gli autori dei disastri degli anni precedenti, quelli che hanno fatto crescere la spesa ed il personale in maniera esponenziale, si comportino come se fossero arrivati oggi, fingano stupore e tentino di scaricare la colpa su chi, adesso, lavora per salvare il settore e tutelare i lavoratori”.
Il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, ha comunicato in aula che gli emendamenti aggiuntivi presentati al testo non saranno discussi. ”Alcuni riguardano una riforma complessiva che non è oggetto di questo ddl altri non sono passati dalle commissioni di merito o prevedono impegni di spesa”. I lavori sono stati aggiornati a domani, alle 16.
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17 Maggio 2011, 18:12