19 Maggio 2015, 14:30
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PALERMO – Addio a 112 milioni. Che la Sicilia si è fatta “soffiare” da Roma. Fondi Pac non spesi, che adesso costringono il governo a “riscrivere” il Piano giovani. Al ribasso. È di pochi giorni fa, in occasione dell’ultima giunta di governo, infatti, l’ultima rimodulazione dei fondi destinati alla Formazione. Un intervento che potrebbe finalmente avvicinare l’avvio dei corsi, ma che originariamente doveva avere una “portata economica” di gran lunga maggiore: 452 milioni di euro. Scesi a quasi 340 milioni per la lentezza dell’amministrazione regionale.
Ma non solo. Tra i “pasticci” provocati dal governo Crocetta, ecco anche alcune cause perse di fronte al Tar. Tra queste, quella economicamente più “pesante” riguarda la cessione dell’ente Cefop al consorzio Cerf. Solo a causa della recente sentenza che ha di fatto “sconfessato” il governo regionale “colpevole” di avere illegittimamente revocato appunto quella cessione, la Regione si vedrà costretta a recuperare circa 32 milioni. In totale, però, i milioni da reperire saranno quasi sessanta. Ma sul “come” andranno trovati quei soldi, è giallo.
Di sicuro c’è che la Sicilia ha già perso complessivamente, per il 2015, la bellezza di 270 milioni. Nel triennio i soldi che rientreranno a Roma saranno invece oltre 800 milioni di euro. È questo il risultato da un lato delle norme previste nella legge di stabilità nazionale, con la quale il governo Renzi ha deciso di “rastrellare” 3,5 miliardi tra i fondi Pac non spesi dalle Regioni per finanziare i contributi alle assunzioni a tempo indeterminato, e dall’altro, appunto, dall’incapacità del governo regionale di utilizzare quei soldi entro il 30 settembre 2014.
Di quei 270 milioni restituiti al governo Renzi solo nel 2015, oltre 112 milioni erano stati inizialmente destinati, appunto, al Piano giovani. Un progetto ampio e costituito da varie tipologie di intervento (distinte in una manciata di “priorità”). Un ventaglio di iniziative che avrebbe dovuto rappresentare un”fiore all’occhiello” dell’attività amministrativa del governo regionale. E che però già nei mesi scorsi era passato attraverso la tempesta del “click day” trasformatosi in un clamoroso flop.
Adesso, il governo mette nero su bianco che 112 milioni di euro dovranno essere restituiti a Roma. E per questo ha “rimodulato” i fondi destinati ai vari interventi. Ma quei soldi del Piano giovani, scesi da 452 a 340 milioni potrebbero non bastare.
Perché nel frattempo sul governo Crocetta continuano a piovere sentenze dei tribunali amministrativi “sfavorevoli” all’amministrazione regionale. Se tutto andrà male, la Regione sarà costretta a reperire altri 62 milioni di euro. Come si legge del resto nella delibera di cinque giorni fa. Dei 339 milioni del “Piano giovani”, la maggior parte (310 milioni) sono rivolti alla “priorità 3” (Formazione giovani). Si tratta, sostanzialamente, della voce riguardante il finanziamento dei corsi ex Avviso 20, oltre che dei tirocini formativi dei ragazzi. Ma quella voce, scrive il governo regionale, va modificata. “Le diverse pendenze giudiziarie – si legge infatti nella delibera – potrebbero portare a un maggiore fabbisogno finanziario di euro 62,7 milioni e a una rideterminazione complessiva di 372,7 milioni di euro”. Dove e come verranno recuperati questi soldi, invece, non è molto chiaro. Nella stessa delibera si fa cenno a uno “scostamento” che la giunta (in particolare il dirigente generale della Programmazione, Vincenzo Falgares) avrebbe verificato tra i calcoli del governo nazionale e quelli del governo regionale sui Fondi Pac da riportare a Roma. Uno scostamento non meglio chiarito, ma che dovrebbe consentire alla Sicilia di recuperare circa 52 dei 62 milioni mancanti.
Intanto, le sentenze continuano a dare torto al governo Crocetta. Solo l’ultima, quella che ha dato ragione al Cefop sulla cessione al Cerf costerà alla Sicilia circa 32 milioni di euro. Altri 16 milioni andranno invece restituiti a enti inizialmente privati dell’accreditamento, poi restituito dai giudici amministrativi. E altri 14 milioni “ballano” per cause ancora pendenti. E tra soldi “persi” e cause “perse” il “guaio” della Formazione ammonta già a 180 milioni.
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19 Maggio 2015, 14:30