“Formazione, Lagalla è partito bene | Crocetta? Ha affossato pure i buoni”

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02 Luglio 2018, 06:05

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PALERMO – “Quelle parole dimostrano ancora una volta che in quegli anni avevamo lavorato bene, compiendo un’opera di pulizia e facendo risparmiare un po’ di soldi alla Sicilia”. Le parole alle quali fa riferimento Ludovico Albert, ex dirigente generale del dipartimento Formazione ai tempi di Raffaele Lombardo sono quelle messe nero su bianco dall’ex assessore Nelli Scilabra, che ha in questo modo ‘rettificato’ a distanza di quattro anni le accuse pubblicate in un’intervista sul Sole 24Ore. “Mi dispiace solo che Mario Centorrino non possa sorridere per questa notizia”.

…l’ex assessore è morto improvvisamente pochi anni fa.

“E in quegli per quelle parole soffrì molto, fu molto amareggiato dalle accuse che erano giunte dal nuovo governo”.

Cioè il governo di Rosario Crocetta, che parlava di ‘rivoluzione’ a partire proprio dal settore della Formazione professionale.

“E che invece si è rivelato quello che oggi appare evidente a tanti: un governo che ha fatto molto fumo e poco, pochissimo arrosto”.

Ma l’ex governatore rivendica di avere ‘fatto pulizia’ nel settore.

“Guardi, le operazioni nei confronti ad esempio degli enti di Genovese o il caso Ciapi, nascono da nostre segnalazioni, loro non c’entrano proprio nulla. Ma con Crocetta il refrain è stato sempre lo stesso, fin dall’inizio”.

Vale a dire?

“Quelli prima di lui, a sentire l’ex governatore, erano tutti o mentecatti o invischiati nel malaffare. Alla fine, però, loro cosa hanno concluso? Hanno solo lasciato tanti ‘morti’ sulle strade di un settore che aveva sì molti difetti, ma al quale il governo Crocetta non ha dato alcuna prospettiva. Ed era facilmente prevedibile visto l’operato”.

A cosa si riferisce in particolare?

“Il sistema era chiaramente inceppato: non c’è stato un atto che abbia passato il vaglio della Corte dei conti o del Tribunale amministrativo. Neanche un bando in grado di stare in piedi. Le uniche cose che hanno portato a termine sono state le riedizioni di quello che avevamo fatto noi, come ad esempio l’Avviso 20”.

Ammetterà però che non era affatto facile mettere le mani in un sistema ‘malato’ come quello della Formazione siciliana…

“Non c’è dubbio. Sappiamo bene cosa è stata la Formazione in Sicilia. Ma noi sì che abbiamo introdotto criteri di trasparenza e pulizia. Non a caso io stesso mi sono attirato molte antipatie. Il mio operato a qualcuno ha dato fastidio. Questa è una verità processuale per il tribunale di Messina”.

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Il cosiddetto processo al “sistema Genovese”. Quello contro cui anche Crocetta ha detto di essersi battuto.

“Come le dicevo, che io non fossi ben visto da quegli ambienti, è una verità processuale. Come è verità dei fatti che una delle prime cose fatte da Crocetta appena arrivato, è stato cacciarmi dall’assessorato”.

Senza ottenere i risultati annunciati, lei dice…

“Mi sembra sotto gli occhi di tutti: Crocetta è riuscito a fare fallire anche i buoni”.

A chi si riferisce?

“Penso ad esempio agli enti gestiti dai Salesiani: se questi enti falliscono, non hanno più la possibilità di rimettersi in piedi. E guardi, lo dice uno al di sopra d’ogni sospetto: non sono credente e mio figlio non è nemmeno battezzato… Se però demolisci anche il buono, stai facendo del male al tuo territorio”.

Questo ormai fa parte del passato. Come vede il futuro? Come giudica il passaggio allo strumento del “catalogo”?

“Penso che quella dell’assessore Lagalla sia stata una scelta molto intelligente e giusta. Al punto in cui si era arrivati, era necessario provare a cambiare tutto, a sparigliare”.

Un po’ come avvenne col suo arrivo, col passaggio dei corsi dal bilancio regionale ai Fondi europei, anche qui c’è lo zampino di un altro dirigente generale ‘forestiero’, nonostante sia siciliano…

“Sì, conosco bene e da tanti anni Gianni Bocchieri (direttore generale della Formazione nella Regione Lombardia e attuale consulente a titolo gratuito dell’assessore Lagalla, ndr). Credo che si sia imboccata la strada giusta. Il tema era proprio quello: mettere al centro di tutto gli allievi. Certo, questo sistema incontrerà molte difficoltà per ‘reggere’”.

Perché?

“Temo che la Regione siciliana, anche da un punto vista informatico, infrastrutturale, non sia ancora del tutto pronta a tenere in piedi un sistema del genere. Ma se si riuscirà a intervenire anche con gli investimenti, si potranno dare anche delle gambe forti a una scelta giusta”.

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02 Luglio 2018, 06:05

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