13 Aprile 2017, 06:00
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PALERMO – “Non ho i soldi per curare mio figlio, ma la Regione mi deve 22 stipendi”. Era questo il grido di dolore di una ex dipendente della Formazione, raccolto pochi giorni fa da Livesicilia. Un appello che il giornale ha girato immediatamente all’assessorato che si è a sua volta immediatamente messo in contatto con la redazione: “Sono pronto a incontrare la donna” ha detto l’assessore Bruno Marziano.
Ma risolvere il problema non sarà così semplice. Marziano, infatti, ha spiegato che la signora, che oggi deve sopportare il dolore di una grave malattia del figlio, difficilmente potrà avere accesso a quei fondi richiesti. Una restituzione che, a dire il vero, è stata anche sancita dal tribunale alla quale lei si è rivolta per chiedere l’ottemperanza dei suoi decreti ingiuntivi. La Regione, stando al racconto, le deve quasi 40 mila euro.
“Ma al momento – dice Marziano – è difficile sapere se e quando potrà averli. Quando vengono presentati i decreti ingiuntivi, infatti – spiega – la pubblica amministrazione è obbligata a seguire l’ordine cronologico delle richieste. E la sua è arrivata tra le ultime, quando i fondi disponibili sono sostanzialmente finiti, anche a causa delle spese legali legate alle ingiunzioni, che hanno fatto lievitare la somma oltre i crediti vantati dall’Anfe Catania nei confronti della Regione”.
Una vicenda esplicitata in una nota dell’assessorato. La vicenda dell’Anfe di Catania, infatti, è legata a una indagine penale della Procura di Catania, di circa sei anni fa che ha portato anche al commissariamento dell’ente e al blocco delle attività. “Sono quindi arrivati i pignoramenti da parte dei creditori – fanno sapere dagli uffici – che vedono l’assessorato in qualità di ‘terzo pignorato’, con una esposizione indiretta su circa 272 procedure, per un importo complessivo di cinque milioni, a prescindere dall’effettivo credito dell’ente”.
I crediti dell’ente nei confronti della Regione, insomma, ammonta a circa 1,6 milioni di euro. Molto al di sotto dei 5 milioni complessivi oggetto dei pignoramenti. Somme comunque erogate, come dicevamo, seguendo l’ordine cronologico. La richiesta di pagamento dell’ex dipendente Anfe è giunta nel febbraio del 2017, “data alla quale – scrive l’assessorato – i pregressi pignoramenti avevano già assorbito l’intera somma disponibile”. Insomma, sono finiti i soldi. E “solo un eventuale scorrimento dovuto a estinzioni delle procedure antecedentemente notificate – prosegue la nota della Regione – potrebbe consentire l’erogazione di quanto pignorato”.
Poche, pochissime speranze. Anche per questo, Marziano afferma di voler cercare, visto la peculiarità del caso, una soluzione alternativa. “Chiederò alla signora di incontrare il sindaco di Catania Enzo Bianco e l’assessore alle Politiche sociali del Comune, Angelo Villari. Insieme, troveremo una soluzione per garantirle l’assistenza e l’aiuto di cui ha bisogno”.
Una soluzione, però, che non piace alla protagonista di questa storia. Contattata da Livesicilia, infatti, spiega: “Non voglio alcun aiuto extra. Voglio solo quello che mi spetta – dice – e che i tribunali hanno detto essere mio di diritto. E sono disposta a tutto, pur di ottenerlo. Devo curare mio figlio e non posso aspettare ancora. Già oggi abbiamo rinunciato a una visita, proprio per la mancanza di soldi. Adesso basta”.
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13 Aprile 2017, 06:00