23 Marzo 2013, 18:11
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Aggiornamento. Il sindacalista citato in questo articolo, Giorgio Tessitore, è stato assolto da ogni accusa a suo carico. Si è concluso con la “assoluzione perché il fatto non costituisce reato”, infatti, il processo contro Giorgio Tessitore della segreteria regionale Cisl, intentato nel 2013 dal presidente della Regione Rosario Crocetta e dall’allora dirigente generale della Formazione, Annarosa Corsello. L’accusa era di “minaccia a pubblico ufficiale”, reato che prevede la reclusione fino a cinque anni. Ma anche il Pm, concludendo la requisitoria, aveva chiesto la “assoluzione con formula piena”. Il giudice monocratico Sabrina Argiolas ha accolto la tesi della Procura e le richieste del collegio di difesa, composto dagli avvocati Elena Messina, Giorgia Spinnato, Donato Messina e Antonella Lionte. Ha così letto nel primo pomeriggio di oggi, nell’aula 1 del Tribunale penale di Palermo, il dispositivo di assoluzione che chiude, annota Tessitore, “una vicenda che mette in evidenza i limiti del governo Crocetta, che ha costruito abbondantemente il proprio consenso su presunte minacce poi rivelatesi puntualmente, alla prova dei fatti, bolle di sapone”. “Il mio primo pensiero – afferma Tessitore – è al popolo siciliano che è disgraziato perché governato da una classe dirigente inidonea a dare una prospettiva di speranza, tanto che fonda la propria legittimazione, non su risultati utili all’economia e alle persone ma sull’uso distorto della legalità e della lotta alla mafia”. “Essere additato come pericoloSO delinquente solo per aver fatto il mio lavoro – aggiunge – è stata una sofferenza che lascerà un segno profondo nel mio animo”.
L’episodio da cui il processo è scaturito riguarda l’annuncio che il 21 marzo 2013 aveva fatto il governo regionale, di abbandono dell’Avviso 20 come piano di attività formativa che impegnava, allora, settemila persone. Nel corso di una telefonata tra Tessitore e la dirigente Corsello, quest’ultima, per “scarsa conoscenza dei meccanismi del piano”, ha sostenuto la difesa durante il processo, ritenne minacciose le affermazioni del sindacalista.
PALERMO – “Se qualcuno crede di intimidirmi in questo modo, evidentemente non mi conosce, o ha la memoria corta”. Ostenta sicurezza, ma anche un pizzico di dispiacere il presidente della Regione Rosario Crocetta, nel commentare la minaccia della quale sarebbe stato oggetto, indirizzata anche all’assessore Scilabra.
Il governatore ha presentato una denuncia nei confronti di un dirigente sindacale che – si legge in una nota del presidente – ha espresso pesanti minacce nei suoi confronti oltre che dell’assessore Scilabra e del direttore generale Corsello. Crocetta rivela che le parole usate dal sindacalista sono state: “Non vi rendete conto della linea che avete preso – riferendosi all’assessore Scilabra e al dirigente generale Corsello – io stesso pagherò la benzina per darvi fuoco e al presidente Crocetta non basteranno neppure cento uomini di scorta per salvarlo”.
Crocetta torna per qualche minuto indietro nel tempo, per spiegare lo stato vissuto, secondo lui, dai lavoratori della Formazione professionale, “ostaggio” dei titolari degli enti: “Ricordo che quando lavoravo all’Eni – racconta – revocammo un appalto a un impresa mafiosa. Ma avevamo previsto che i dipendenti confluissero in un’altra società, pulita. Ecco, molti di quei lavoratori preferirono rimanere fedeli al vecchio titolare mafioso. Ma finirono per restare disoccupati”.
Ed è sempre a Gela che Crocetta torna con la mente per lanciare un avvertimento a chi l’avrebbe minacciato: “Questa gente si ricordi – dice – che nel periodo in cui ero sindaco, ho fatto arrestare 850 mafiosi ed estortori. Con me, non c’è santo che tenga”.
“Il percorso di risanamento avviato nel settore della formazione dal governo Crocetta andrà avanti, nonostante i tentativi di intimidazione nei confronti del dirigente dell’assessorato alla Formazione Annarosa Corsello, dell’assessore Nelli Scilabra e del presidente Rosario Crocetta”. Lo afferma il senatore Giuseppe Lumia, sulla denuncia presentata dal governatore della Sicilia nei confronti di un sindacalista.
“La Sicilia – aggiunge Lumia – ha bisogno di legalità e sviluppo, di una classe dirigente moderna e innovativa. Conservare l’esistente significa farla morire. I lavoratori possono stare tranquilli perché hanno nel Presidente e nella sua giunta un sostengo, mentre quelli che hanno distrutto la Sicilia attraverso un distorto utilizzo della spesa pubblica devono preoccuparsi. In questo anni – conclude il senatore – con il presidente non ci siamo mai fatti intimidire da minacce e ritorsioni. Sappiamo il rischio che si corre, siamo preparati anche a questo e sapremo reagire con rigore e lucidità progettuale”.
“Esprimo la mia solidarietà e quella di tutto l’Udc siciliano al presidente della Regione, Rosario Crocetta e al l’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra per le gravi minacce ricevute”. Lo dice il segretario regionale dei centristi, Gianpiero D’Alia riferendosi all’intimidazione subita dai due esponenti politici. “Crocetta e Scilabra proseguano il loro lavoro al servizio della Sicilia e dei lavoratori della formazione nell’Isola”, conclude D’Alia.
Solidarietà infine anche da parte di Mariarita Sgarlata, candidato sindaco di Siracusa alle prossime elezioni amministrative con Il Megafono – Lista Crocetta: “Le minacce ricevute dal presidente Rosario Crocetta e dall’assessore Nelli Scilabra, sono molto gravi e rischiano di creare un clima di tensione che la nostra Regione non può e non deve affrontare”.
“Le scelte del Governo regionale – ha aggiunto – stanno evidentemente minando le basi di un sistema di potere radicato nel territorio che rischia di non trovare più terreno fertile per le speculazioni ed i guadagni facili sulle spalle dei cittadini siciliani. Al presidente Crocetta e all’assessore Scilabra va tutta la mia solidarietà”.
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23 Marzo 2013, 18:11