29 Dicembre 2016, 05:00
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PALERMO – L’esercizio provvisorio che l’Ars si appresta ad approvare è, a suo modo, una metafora. Quella di una Sicilia in bilico. Con tante questioni lasciate in sospeso, come fossero palle di un albero di Natale allestito quattro anni fa. Già, perché nel frattempo siamo entrati nell’ultimo giro. L’ultimo anno solare del governo Crocetta.
Eppure dopo quattro anni tante questioni sono ancora lì: i corsi di Formazione, le assunzioni nella Sanità, le stabilizzazioni dei precari, la vicenda dei rifiuti e dei termovalorizzatori in Sicilia. E ancora, a queste si sono aggiunte altri problemi mai risolti: che fine ha fatto la riforma dei Forestali? Dopo l’annuncio, il nulla. Come al solito, il cammino è stato fatto solo a metà.
Corsi e ricorsi della Formazione
Due giorni fa, l’assessore Marziano ha lanciato l’allarme a Sala d’Ercole, chiedendo l’approvazione urgente della “legge sul sistema di certificazione regionale, senza la cui approvazione – ha spiegato – non si rispetta una condizionalità ex ante e si blocca la spesa del Fondo Sociale Europeo, con tutte le conseguenze del caso”. Conseguenze scongiurate dall’approvazione ieri del ddl. Evitato, così, un nuovo ostacolo sul cammino di questi corsi, fermi però ormai da un anno e mezzo a causa dei “problemi” patiti dagli ultimi bandi. Pubblicati e per due volte ritirati, anche in seguito a uno strano ricorso al Tar.
Fatto sta che ancora oggi, l’Avviso 8, quello che avrebbe dovuto finalmente sbloccare le lezioni, non è partito. E così restano in sospeso i crica 5 mila operatori. Anche in questo caso a frenare l’avvio, i dubbi sulla graduatoria e le polemiche sorte in seguito alla presenza attorno agli enti, di persone vicine a esponenti politici. Tra l’altro, ormai coperta dalla polvere è la legge sulla Formazione che fu voluta da Nelli Scilabra. Rimasta in un cassetto di Palazzo dei Normanni. La Formazione, insomma, da un anno e mezzo, è in esercizio provvisorio.
La rete ospedaliera? Nel 2017
E’ stato ufficialmente rimandato tutto nel 2017, invece, nel settore della Sanità. “Insieme con l’assessore Gucciardi abbiamo tracciato una sorta di ‘scadenziario’ per concludere entro la fine di gennaio il percorso di approvazione della nuova Rete ospedaliera, che porterà fra l’altro allo sblocco delle procedure concorsuali”. Sono le parole di Pippo Digiacomo, presidente della commissione Sanità all’Ars. Parole che confermano quello che Livesicilia dice da tempo. Eppure, un anno e mezzo fa, i nuovi concorsi nella Sanità siciliana sembravano “cosa fatta”. Soprattutto per alcuni manager forse eccessivamente ottimisti. E invece, siamo ancora lì. Con la rete ospedaliera che sarebbe pronta, ma che in realtà – stando all’esito dell’incontro di pochi giorni fa tra Digiacomo e Gucciardi – non è ancora stata approvata. Prima le reazioni polemiche sulla prima “versione” della rete inviata al Ministero, poi la crisi di governo nazionale hanno rallentato ulteriormente il cammino. Ma le cinquemila assunzioni sono ancora lontane. E, anzi, tra due giorni scadono le graduatorie già concluse: chi attende da tanti anni, rischia di vedere vanificate le proprie speranze.
Province ferme, termovalorizzatori in arrivo
Insomma, non sembra nemmeno di essere entrati ufficialmente nell’ultimo anno di legislatura. Negli ultimi tre anni, ad esempio, per le Province non è cambiato nulla. Se si escludono, ovviamente, scuole ridotte in condizioni fatiscenti, strade crollate, problemi per i disabili. Ma dopo l’annuncio, nel 2013, dell’abolizione dell’ente, i commissari – sebbene mutati nelle facce e nei nomi – sono sempre lì. E di proroga in proroga, tra una modifica e una impugnativa, le elezioni degli organi non si sono mai svolte: se ne parlerà l’anno nuovo.
Quel 2017 che dovrà finalmente dare una risposta a domande che interessano e in qualche caso inquietano i siciliani: sorgeranno in Sicilia i termovalorizzatori? Quanti? E dove? Una risposta che dovrà arrivare insieme a tante altre: c’è da capire dove vuole andare la Regione sul tema dei rifiuti, mentre le percentuali di raccolta differenziata sono in qualche caso imbarazzanti. Un settore, quello, “ostaggio” delle guerre politiche tutte interne al Pd e combattute sul ponte che unisce Palermo e Roma.
Forestali e nuovi precari
Come se non fossimo all’ultimo giro. Un’altra delle riforme annunciate e rimaste al momento nell’etere – oltre che in uno schema approvato dalla giunta di governo – è la tanto strombazzata legge sui Forestali. In buona compagnia, a dire il vero. Perché nel frattempo, ad esempio, per i precari di Regione ed enti locali è arrivata una proroga che rimanda al 2018 il termine ultimo per la stabilizzazione. Ma nel frattempo, l’Ars ha anche approvato una norma che “apre” a nuove assunzioni precarie nei Comuni. Si riparte da capo, quindi. Non solo i problemi non vengono risolti, ma in qualche caso governo e parlamento si sforzano di tenerli lì, appesi all’albero, tutto siciliano, della provvisorietà.
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29 Dicembre 2016, 05:00