02 Dicembre 2015, 06:43
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PALERMO – Dopo la batosta della Corte dei Conti adesso anche l’inchiesta della Procura di Palermo. Patriziazia Monterosso è indagata per abuso d’ufficio ed è stata interrogata per cinque ore dal pubblico ministero Luca Battinieri.
Il fascicolo è quello sui cosiddetti extrabudget della Formazione, coordinato dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia. Negli anni passati era abitudine concedere agli enti di Formazione le cosiddette “integrazioni”. Somme che si aggiungevano a quelle previste inizialmente dal Piano dell’offerta formativa regionale. Quelle “integrazioni”, però, come ha sottolineato la Corte dei conti, sono illegittime. La stangata contabile è ormai definitiva. La condanna più pesante è arrivata proprio per il segretario generale Patrizia Monterosso che dovrà restituire alla Regione quasi 1,3 milioni di euro. Condannati pure gli ex assessori Santi Formica (dovrà restituire 379 mila euro), Luigi Gentile (224 mila euro), la dirigente Alessandra Russo (378 mila euro), Maria Carmela Di Bartolo (474 mila euro) e l’ex dirigente del servizio Rendicontazione, Nino Emanuele (365 mila euro).
Nelle more della sentenza la Regione aveva avviato le “compensazioni”. L’ex dirigente generale della Formazione, Anna Rosa Corsello, già indagata da tempo, aveva ricevuto dalla Monterosso un atto di diffida affinché riequilibrasse la situazione. E così si arrivò al blocco dei finanziamenti dell’Avviso 20 a diversi enti di formazione per recuperare gli extrabudget degli anni precedenti. Un recupero che avrebbe potuto fare venire meno il danno erariale. Solo che alcuni enti si erano opposti costituendosi in giudizio. E sono stati gli stessi enti che si sono ribellati alla compensazione a denunciare la faccenda alla Procura della Repubblica.
E’ nata l’inchiesta che ha portato ormai da mesi all’iscrizione nel registro degli indagati della Corsello e del dirigente Michele La Cagnina prima, e ora della Monterosso. La Corsello, nel frattempo sospesa dal giudice per un’altra presunta storia di posti di lavoro in cambio di favori, era stata interrogata due volte. L’ultima circa un mese fa.
La Monterosso è stata sentita la settimana scorsa e in gran segreto. Si è difesa a tutto campo. Non c’era alcun accordo con la Corsello, la diffida era legittima così come legittimo era il principio della compensazione fra i contributi europei e i finanziamenti regionali. E in ogni caso il recupero delle somme non era partito dal suo ufficio, ma dallo stesso Dipartimento della Formazione professionale. Questo è il nodo dell’indagine visto che, secondo i pm, con la diffida sarebbe stato commesso un abuso d’ufficio.
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02 Dicembre 2015, 06:43