Formazione professionale | Teste racconta ‘sistema Giacchetto’

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29 Aprile 2016, 17:39

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PALERMO – Centinaia di migliaia di euro venivano pagati per operazioni inesistenti. Così secondo l’imprenditore Sergio Colli, che ha deposto oggi davanti alla quinta sezione del Tribunale di Palermo, veniva oliato il “sistema Giacchetto”, il metodo con cui il manager palermitano Fausto Giacchetto, secondo i pm, avrebbe pianificato una mega truffa. Un sistema illecito per gestire, grazie alla presunta compiacenza di imprenditori, burocrati e politici, quindici milioni di euro destinati alla comunicazione del progetto Coorap dell’ente di formazione Ciapi. Coli, titolare della società di comunicazione Media consulting, ha patteggiato la condanna a 14 mesi dopo avere svelato, assieme al rappresentante legale della Sicily Communication, Angelo Vitale, come funzionava il raggiro. “Ottenevo degli appalti per gli eventi, entravano i soldi e poi io dovevo fare fatture per servizi mai resi ad altre società. Ne feci – ha spiegato – una al Palermo Calcio per 36 mila euro per l’inserzione di pubblicità nel loro sito. Cosa mai avvenuta. Poi Vitale mi disse che quei soldi servivano a ripianare debiti di Giacchetto per l’acquisto di abbonamenti”. Oltre a Giacchetto, a processo ci sono anche l’ex presidente dell’ente del Ciapi, Francesco Riggio, Stefania Scaduto e Concetta Argento (rispettivamente segretaria e moglie di Giacchetto), l’ex dirigente dell’Agenzia regionale per l’impiego, Rino Lo Nigro, e l’ex assessore regionale Luigi Gentile. Il processo è stato rinviato al 3 maggio.

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29 Aprile 2016, 17:39

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