“Non ho soldi per curare mio figlio | E la Regione mi deve 22 stipendi”

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11 Aprile 2017, 06:00

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PALERMO – “Sono una madre disperata”. Inizia così il grido d’aiuto di una ex lavoratrice della Formazione professionale siciliana. E la disperazione è vera, tangibile. Ed è quella che si può cogliere tra le pieghe della burocrazia malata, tra i rami avvizziti delle pubbliche amministrazioni. È lei, la donna di cui non vogliamo svelare il nome per preservare l’identità del figlio, a svelare una delle piccole, tragiche storie contenute dentro le storie più ampie di settori in crisi. Come quello della Formazione, appunto, martoriato da licenziamenti e inchieste.

Il figlio, dicevamo. È questo ragazzo, da poco maggiorenne, la causa della disperazione della donna. “Sono una madre disperata che cerca in tutti i modi di salvare suo figlio da una lesione al cervello provocata da un cancro” racconta a Livesicilia. E la storia già tragica di suo, di un giovane colpito da una malattia del genere, si appesantisce del contesto. Che mai come in questo caso è sostanza. “Non ho più soldi – aggiunge la donna – per curare il mio ragazzo. Sono stata licenziata dall’Anfe provinciale di Catania, ente di formazione professionale, ma al danno si aggiunge la beffa di non aver ricevuto ventidue stipendi più il Tfr”. La donna, spiegherà, è stata licenziata nel 2014. Un destino condiviso con migliaia di addetti al settore. Ma già a quel punto vantava un “credito” di quasi 40 mila euro, legato appunto alle mensilità non godute e alla buonuscita.

Un credito certificato anche dai tribunali, ai quali la donna si è rivolta con decreti ingiuntivi andati a buon fine. Ma solo sulla carta. All’ingiunzione, infatti, non è ancora seguito il pagamento. “Aspetto da quattro anni – racconta la donna – di ricevere ciò che mi spetta di diritto per aver svolto il mio lavoro. Mi sono presentata più volte personalmente in assessorato – prosegue – supplicando i dirigenti di velocizzare le procedure per ottenere il dovuto. Ho raccontato la mia tragedia personale senza ottenere nessun esito positivo. Chiedo solo il mio, faccio un appello a chi può aiutarmi a ricevere ciò mi spetta e alleviare le mie pene almeno da un punto di vista economico”.

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E l’appello è raccolto anche da questo giornale. E “girato” alle istituzioni competenti. In questo caso rappresentate dall’assessore alla Formazione e Istruzione Bruno Marziano e dai “suoi” dirigenti. Se vuole, possiamo metterlo in contatto con la donna. Uno sforzo, piccolo in fondo, per donare solo un po’ di speranza a una “madre disperata”.

*Aggiornamento
Dopo la pubblicazione dell’articolo di Livesicilia, l’assessore regionale alla Formazione Bruno Marziano ha contattato la nostra redazione esprimendo l’intenzione di incontrare la signora per trovare una soluzione al problema.

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11 Aprile 2017, 06:00

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