26 Marzo 2013, 21:18
3 min di lettura
PALERMO – Alta tensione alta in Commissione Cultura e Lavoro. L’argomento, quello rovente della Formazione professionale. “Il governo parli chiaro”, ha tuonato il presidente Marcello Greco, un esponente della maggioranza che ha però invitato il governatore Crocetta ad occuparsi presto della condizione dei lavoratori. Il presidente della Regione, dal canto suo, ha replicato: “Io non parlo chiaro, parlo chiarissimo”, e hja nuovamente puntato il dito contro gli enti: “Chi non è in regola, sarà tagliato fuori”.
Il teatro del “botta e risposta” è la leduta congiunta delle commissioni Bilancio e Lavoro dell’Ars, convocata sulla spinosa questione della formazione professionale. Alla presenza del governatore Rosario Crocetta e dell’assessore Nelli Scilabra, i commissari hanno ascoltato in audizione rappresentanti degli enti di formazione. E non sono mancati momenti molto tesi. Il governo ha deciso di bloccare l’Avviso 20 e di riformare il sistema. I commissari hanno ascoltato anche la dirigente del dipartimento formazione della Regione, Anna Rosa Corsello.
“Ho parlato chiaro, anzi chiarissimo. Il mio intervento è stato molto duro”, il commento a caldo del governatore, che ha lasciato prima dell’assessore Scilabra la Commissione. In tempo per “chiarire il mio pensiero, che è il pensiero del governo: la Formazione professionale in Sicilia deve cambiare. E cambierà radicalmente”.
E in particolare, è attesa una “stretta” nei confronti degli enti: “In passato succedeva – dice Crocetta – che gli enti certificassero spese, personale e allievi, persino con ritardi di tre anni. Adesso cambia tutto: se vogliono i finanziamenti, ogni tre mesi devono rendicontare tutto”. E non finisce qui: “Gli enti di Formazione che vogliono ricevere finanziamenti della Regione – aggiunge il Presidente della Regione – dovranno dimostrare di avere tutto in ordine: dai locali alle attrezzature”.
Intanto, proprio oggi, ecco la prima revoca di un accreditamento, firmata dal governo Crocetta. E il bersaglio è di quelli grossi: lo Ial Sicilia, che però replica: “Non conosciamo le motivazioni di quel provvedimento, ci difenderemo in tutte le sedi”. “Non hanno pagato alcuni stipendi nel 2011 – taglia corto Crocetta – e gli ispettori mandati dalla Regione glielo hanno contestato. E in quell’occasione non hanno nemmeno replicato. Si sorprendono? Che strano…”. Lo Ial recentemente è stato considerato molto vicino a una cordata vicina a esponenti del Partito democratico. Un fatto che, aggiunto ai provvedimenti di avvio della revoca per altri enti come Trainig service e Lumen, ha fatto pensare che ci potessero essere anche delle motivazioni “politiche” nell’operato del governo. Quegli enti, infatti, non solo sono sempre stati “vicini” al Pd, ma a un’area precisa: quella degli Innovatori (Genovese, Rinaldi, Papania). “Noi rappresentiamo il governo – puntualizza però Crocetta – e i partiti non ci interessano. Io sono il custode del denaro pubblico. Questa è l’unica cosa che mi interessa. Dura lex, sed lex”.
Insomma, il governatore dice di aver parlato chiaro. Ma qualche conto, in Commissione, non torna. Almeno stando alle parole del presidente Marcello Greco, che è, tra l’altro, un esponente del gruppo Democratici e riformisti. Un membro della maggioranza, insomma. “Se si vuole fare davvero la rivoluzione – ha detto a margine della seduta di Commissione – bisogna agire con i fatti. Presto, e in modo chiaro. Nel settore della Formazione – aggiunge – ci sono lavoratori che non vedono lo stipendio da 18 mesi. Ed è una cosa intollerabile. Il presidente e il governo, che io sostengo, devono parlare chiaro: se ci sono stati enti che hanno rubato, si vada in Procura a denunciarli. Se c’è stata la politica dietro a certe anomalie, si denunci anche quella. E si facciano nomi e cognomi. Ma intanto, si trovi subito una soluzione per i dipendenti, che vivono davvero al limite”.
Alta tensione, come dicevamo. Che si è palesata, sempre in Commissione lavoro, nella decisione del presidente Greco di votare una ‘censura’ nei confronti degli assessori regionali al Lavoro, alla Formazione e ai Beni culturali perché assenti in audizione per l’esame di bilancio e legge di stabilità 2013. A favore della censura si sono espressi anche i deputati del M5S, contro, invece, i deputati del Pd.
Pubblicato il
26 Marzo 2013, 21:18