28 Aprile 2020, 19:46
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PALERMO– Ai vescovi che, sulla Messa e la difficoltà-voglia di celebrarla, hanno bacchettato il governo, padre Cosimo Scordato risponde con un sorriso. E con una frase: “Forse, hanno esagerato”. Lui, prete dell’Albegheria, da tanti anni ormai che pare sia nato e abbia sempre vissuto lì, ha costruito la sua missione sull’ascolto e sulla disponibilità ad ascoltarsi, non sugli schiaffoni a mezzo stampa.
“Non credo che evitare assembramenti significhi violare la libertà di culto – dice ancora il parrino dell’Albergheria -. La bellezza della celebrazione è innegabile. Ma i rischi sono ancora grandi ed è giusto salvaguardare le persone dal rischio del contagio, aspettando il tempo giusto”.
E poi c’è dell’altro che preme a don Cosimo: “Tanta gente sta male e non sa come andare avanti. La situazione è grave. Tantissime famiglie ricorrono al pacco della spesa della parrocchia e prima non accadeva. Che cos’è allora l’eucarestia? Io penso che sia imparare la condivisione dei beni, spezzare il pane insieme, in modo che nessuno resti digiuno. Ricordiamoci che Gesù prese il pane, lo spezzò e lo diede. Questo è il primo aspetto che possiamo già celebrare nella condivisione dei nostri beni con le famiglie bisognose. In questo gesto si prepara l’affermazione successiva: prendete e mangiate, questo è il mio corpo. E in direzione di essa continuiamo a celebrare la prossimità con le persone in difficoltà”.
Alcuni parrocchiani, nel frattempo, sono morti. “Li abbiamo commemorati nelle occasioni virtuali in cui la comunità si riunisce. La mamma di un mio amico, un’altra signora… Sì, questo è il tempo dell’attesa che prepara la speranza”, spiega padre Scordato.
Parole in sintonia con quelle recenti di Papa Francesco: “In questo tempo nel quale si comincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni perché la pandemia non torni”.
Forte è risuonato l’invito alla misericordia da parte del pontefice. “Anche nelle nostre istituzioni cristiane abbiamo visto tanti linciaggi quotidiani che sono nati dal chiacchiericcio. Il Signore ci aiuti ad essere giusti nei nostri giudizi, a non cominciare o seguire questa condanna massiccia che provoca il chiacchiericcio”.
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28 Aprile 2020, 19:46