31 Maggio 2015, 11:01
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AGRIGENTO – L’ora è finalmente giunta, l’attesa è finita. La Moncada Fortitudo Agrigento, dopo aver superato ostacoli di ogni sorta e aver lasciato tutti a bocca aperta con prestazioni straordinarie e imprese sicuramente impreviste alla vigilia del campionato, scenderà in campo questa sera per affrontare la corazzata Manital Torino. La squadra piemontese, guidata da Luca Bechi, è quella che ha dominato la stagione regolare in serie A2 Gold assieme alla Tezenis Verona, formazione sconfitta da Agrigento nei quarti di finale dei playoff, e questo potrebbe rappresentare un precedente favorevole per la compagine guidata da Franco Ciani. Ma a rendere tutto ancor più complicato per i biancoblu è il cammino mantenuto da Torino in questi playoff: una sola partita persa sulle sette disputate, ovvero la gara1 delle semifinali sul parquet di Brescia e di un super Brownlee, per il resto il percorso della Manital è netto e fa paura alla Fortitudo.
Una formazione che rappresenta il mix quasi perfetto di italiani dal pelo un po’ ingrigito ma comunque fortissimi, e stranieri in grado di ammazzare le partite con un paio di giocate da giocatori fuori categoria quali sono. Al primo gruppo appartengono Jacopo Giachetti, che tra Roma e Milano ha fatto grandi cose negli anni passati, pur partendo dal ruolo di paziente gregario; Stefano Mancinelli, che ha avuto l’umiltà di ripartire dal basso dopo aver sfiorato addirittura l’NBA; Tommaso Fantoni, vero e proprio veterano della categoria e capace di portare a casa diverse promozioni in A; Guido Rosselli, artefice del “miracolo” Venezia e ora pronto a riportare Torino nel basket che conta. Alla seconda categoria appartengono Ian Miller, playmaker americano che unisce doti tecniche e atletiche da futura promessa alla freschezza di un giocatore nato nel 1991 e quindi con un gran futuro davanti, e Ronald Lewis, ala che garantisce una mano più che discreta da distanze medio-lunghe oltre a una presenza costante a rimbalzo. Da tenere in considerazione anche Davion Berry, il quale potrebbe entrare nelle rotazioni di coach Bechi e piazzare punti e assist importanti.
Ma dall’altra parte ci sarà la tenace e solida Fortitudo, che nelle undici sfide di playoff giocate finora ha concesso solo in tre occasioni 80 o più punti e in ben quattro gare ha concesso meno di 70 punti agli avversari. Coach Ciani punta sulle consuete armi a propria disposizione per riuscire a disinnescare una squadra sconfitta a inizio dicembre segnando ben 91 punti, ma che al ritorno al PalaRuffini ha portato a casa una vittoria in cui le difesa l’hanno fatta da padrone, come dimostra il 67-55 finale. Si spera che la buona vena di Alessandro Piazza prosegua, così come il contributo sotto canestro di Dudzinski e di un De Laurentiis regale nell’ultimo quarto di gara4 contro Casale Monferrato. Ci si attende un contributo maggiore in termini di punti e percentuali al tiro da parte di Williams ed Evangelisti, mentre Chiarastella e Saccaggi potranno continuare a fornire il loro consueto apporto prezioso dalla panchina. E poi c’è un vantaggio che Agrigento potrebbe sfruttare, che è il fatto di non avere nulla da perdere: tra le due squadre, Torino è senza dubbio quella con più pressioni, sia per le aspettative del pre-campionato che per il cammino schiacciante fatto finora. Se la Fortitudo riuscisse a mantenere il profilo basso e una leggerezza mentale derivata da questa magnifica stagione, la sorpresa potrebbe essere dietro l’angolo.
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31 Maggio 2015, 11:01