26 Gennaio 2019, 06:05
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Oggi pomeriggio festeggeranno al Cineteatro Rivoli di Mazara del Vallo. Ci saranno i parlamentari nazionali di Forza Italia che celebreranno i primi 25 anni del partito del Cavaliere. È trascorso un quarto di secolo, infatti, dall’appello di Silvio Berlusconi “per un nuovo miracolo italiano”. E oggi i berlusconiani lo ricordano in un’iniziativa in cui si accusa il governo gialloverde in carica “di avere completamente dimenticato il Sud”. Ma mentre gli azzurri celebrano l’anniversario, qualcun altro sembra all’opera per fare la festa a Forza Italia in un altro senso, magari assestando al malconcio partito del Cav, in caduta libera nei sondaggi, il colpo di grazia proprio in Sicilia.
Chissà quanto avrà fatto piacere a Gianfranco Micciché e ai suoi fedelissimi leggere le cronache del meeting tra Giovanni Toti e Nello Musumeci che hanno annunciato la nascita di un “nuovo progetto politico” per “dare una seconda gamba al centrodestra” accanto alla Lega. Nessun accenno a Forza Italia, che teoricamente sarebbe già la seconda (ex prima) gamba del centrodestra e che sempre in teoria sarebbe il partito del governatore della Liguria Toti. No, Forza Italia non è stata menzionata. Eppure Toti e Musumeci hanno parlato della necessità di “dare una casa alle tante anime del centro-destra, in cui ci sono tra gli altri riformatori e liberali, di questo paese”. Che in parte oggi stanno ancora con Forza Italia. Quella Forza Italia che in Sicilia con la leadership di Gianfranco Micciché si caratterizza fortemente in chiave anti-Salvini. E invece, Toti e Musumeci tengono a mettere subito le mani avanti: l’obiettivo è riportare la Lega nel centrodestra e liberarla dall’abbraccio ai 5 Stelle, dicono. E gongola Giorgia Meloni che sogna “un movimento conservatore e sovranista capace di raccogliere culture e identità diverse ma tutte accomunate dalla volontà di affermare e difendere l’interesse nazionale italiano”. Lepenismo, in una parola, altro che liberali, altro che popolarismo, altro che Forza Italia.
Musumeci e Toti hanno detto che non c’è fretta per il loro progetto. Lasciando intendere che l’orizzonte temporale non può essere quello delle Europee, troppo ravvicinate. Ci aveva provato Meloni a spingere per quell’appuntamento, nel tentativo di costruire qualcosa che abbia più chance di superare lo sbarramento del 4 per cento di quante ne abbia Fratelli d’Italia. Ma i due governatori sanno che per costruire “dal basso”, come hanno detto di saper fare, ci vuole tempo e non basta la manciata di mesi che separano dal voto per Strasburgo. E così per ora Meloni si dovrà accontentare dei lombardiani, che si peseranno in quella lista. Ma qualcosa si sta muovendo nel centrodestra ed è evidente. Come è evidente che i movimenti non possono non impensierire Forza Italia.
Oggi il gruppo dei berlusconiani all’Ars è il più numeroso tra quelli di centrodestra. Ma è anche il più tormentato. “E’ mai possibile che quando si vota si possa contare solo su tre o quattro di loro?”, osserva a taccuini chiusi un deputato di maggioranza parlando delle perturbazioni che agitano dall’inizio della legislatura i forzisti. Le sofferenze dell’Ars sono la prima spina nel fianco del governo Musumeci. E nell’entourage del governatore questo è chiaro tanto quanto la necessità di mettere mano al problema. E allora, in un futuro non remoto, il “nuovo progetto” di Toti e Musumeci potrebbe essere il mastice per unire pezzi sparpagliati, dagli autonomisti ai siciliafuturisti, passando per qualche ribelle forzista sempre più irrequieto nel partito di Micciché e per altre varie ed eventuali. Una grande casa sicilianista “del presidente” che potrebbe ribaltare i rapporti di forza interni alla coalizione. Al momento sono solo ipotesi di politica futuribile. Ma è difficile immaginare che Forza Italia resterà ferma a guardare lo spettacolo.
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26 Gennaio 2019, 06:05