13 Giugno 2015, 14:43
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PALERMO – L’ora della verità sta per scattare. Domani e lunedì si vota per i ballottaggi in Sicilia e si potranno finalmente tirare le somme su questa tornata di amministrative. E se gli occhi sono puntati su Gela, la città di Crocetta che i Cinque Stelle tenteranno di espugnare, le scosse di assestamento più significative sono attese sul versante del centrodestra. Il conto alla rovescia per la resa dei conti dentro Forza Italia è partito da un pezzo. E tra i berlusconiani siciliani si parla con insistenza di un azzeramento delle cariche di partito dopo il voto.
Forza Italia a questa tornata di amministrative ha diluito la sua presenza in una serie di liste civiche, presentando il proprio simbolo solo in un paio di Comuni. E i risultati, malgrado la soddisfazione espressa dal coordinatore Enzo Gibiino, non sono stati esattamente entusiasmanti. Le speranze di riscatto sono tutte affidate a Enna, dove il candidato del centrodestra Dipietro tenterà il colpaccio: battere a casa sua il dominatore della politica ennese da decenni, quel Mirello Crisafulli che al primo turno non è riuscito a chiudere la partita. Una vittoria “in trasferta” nel capoluogo di provincia più alto d’Italia sarebbe sempre meglio di un bilancio con “zeru tituli” e potrebbe essere un appiglio per l’attuale dirigenza del partito, magari se a questo si aggiungesse un successo a Barcellona con Materia. Gibiino ha definito “storico” il ballottaggio di Enna, e spera nel soccorso dei 5 Stelle. Uno schema simile a quello che gli avversari del Pd auspicano a Gela, dove in chiave anti-Pd e soprattutto anti-Crocetta, l’elettorato di centrodestra potrebbe convergere sul candidato pentastellato.
Di certo, c’è che dalle parti degli azzurri, in quello che un tempo era lo squadrone del 61 a 0, tira aria di caos. Marco Falcone, capogruppo all’Ars, ha già più volte chiesto la testa del coordinatore Gibiino. Francesco Scoma, parlamentare nazionale, dà per scontato “l’azzeramento di tutto subito dopo il ballottaggio. Bisogna lavorare a un nuovo coordinamento regionale e procedere anche alla nomina di coordinatori provinciali”. E Falcone aggiunge: “Dobbiamo avanzare una proposta chiara e un percorso aggregativo con forze politiche che possono essere alternative al centrosinistra. Uniti possiamo vincere, come dimostra la Liguria e qui il nostro migliore alleato è Crocetta”. Insomma, un pezzo del gruppo dirigente spingerà da subito per un rinnovamento alla guida del partito. Il che non significa necessariamente sostituire Gibiino, ma allargare ad altri soggetti l’azione di guida del partito. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo Silvio Berlusconi, che alla fine resta quello che decide.
L’ex Cavaliere continua a perdere pezzi in Parlamento e dopo i “fittiani” dovrà salutare anche i seguaci di Denis Verdini, che con le sue truppe è pronto a portare soccorso al governo renzi. Con il parlamentare toscano i quotidiani nazionali danno anche Saverio Romano, che dopo mesi di battaglie accanto a Raffaele Fitto, si è sganciato sul più bello dal politico pugliese cambiando cavallo. Un epilogo che però è ancora tutt’altro che scritto, diversi tra i berluscones pensano che alla fine il leader del Cantiere popolare possa restare nel partito. Era stato dato in avvicinamento a Verdini anche il siciliano Antonino Scavone, che ha smentito, spiegando di voler restare al gruppo Gal.
In mezzo a tanta frammentazione, però, la parola d’ordine di tutti è riaggregare. “Bisogna mettere assieme il centrodestra. Il Pd non ha grandi numeri in Sicilia, in realtà. E i nostri prossimi obiettivi devono essere il Comune di Palermo e la Regione”, osserva Scoma. E Falcone rilancia: “Noi con Ncd, Mpa, Cantiere Popolare e le altre forze di centrodestra dobbiamo costruire un’aggregazione che punti al 40 per cento”. Magari con la spinta di un soggetto a vocazione territoriale come quello a cui lavora Nello Musumeci: “Io sto puntando su questa coalizione civica che parte dal centrodestra ma si apre a esperienze diverse – spiega il presidente della commissione Antimafia -. Abbiamo ricevuto l’adesione di un centinaio di consiglieri comunali, gente che si sente orfana e che non viene solo dal centrodestra. È questo il percorso per chi non vuole morire di crocettismo”.
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13 Giugno 2015, 14:43