09 Agosto 2014, 18:00
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PALERMO – Dopo l’ennesima impugnativa del commissario dello Stato, il gotha di Forza Italia in Sicilia va all’attacco del governo regionale. Secondo il coordinatore dei forzisti dell’Isola, infatti, la bocciatura di ventuno articoli della finanziaria ter è “ancora una sconfitta per il presidente Crocetta. Anche stavolta – afferma Vincenzo Gibiino – il commissario di Stato interviene per mettere un freno ad un inconcludente governo, palesemente incapace di portare la Sicilia fuori da una crisi devastante. La bocciatura di ben 21 articoli della manovra ter suona come una nuova Waterloo, rende palese a tutti i siciliani che in queste condizioni non è possibile andare oltre. È necessario agire su progetti concreti di rilancio del turismo, dell’arte e della cultura siciliana. Per far ciò chi governa dovrebbe essere capace di programmare, di concertare con i propri assessori una strategia, sapersi confrontare in aula. Invece ogni giorno siamo costretti ad assistere a bassi litigi di corte. Invito Crocetta a prendere atto dell’inefficacia di una politica così fatta e trovi il coraggio di cambiare rotta e guardare unicamente al bene dell’Isola e dei suoi cittadini”.
Un governo che “ancora una volta si contraddistingue per incompetenza e inadeguatezza manifesta”. Per il capogruppo di Forza Italia all’Ars Marco Falcone, l’impugnativa del prefetto Carmelo Aronica “mette a nudo tutti i limiti e le difficoltà di un governo incapace di fronteggiare le numerose emergenze siciliane. Assistere alla bocciatura di ben 21 articoli – continua il capogruppo – dimostra non solo il completo fallimento, ma la precaria condizione in cui è caduta la nostra Regione, in termini di credibilità e affidabilità. Va precisato che solo grazie all’intervento di Forza Italia si è impedito di far saltare anche il sistema delle coperture finanziarie che avrebbe posto una pietra tombale su tutta la legge con conseguenze drammatiche per l’intera Sicilia. Purtroppo – conclude Falcone – un governo inadeguato e litigioso non può non dare vita che a provvedimenti improvvisati, disordinati e, in diversi casi, persino, nocivi”.
”Surreale e per nulla imbarazzato. Se un presidente della Regione arriva a dichiarare che ‘la valutazione dell’impugnativa é nel complesso positiva’ vuol dire che si é perso il senso della responsabilità politica (che il capo della maggioranza ha sulla sua compagine, nel governo e in Parlamento). Ma é così difficile chiedere al governo e alla maggioranza di portare in aula e approvare una manovra del tutto legittima?”. Lo ha dichiarato Nello Musumeci, deputato del centrodestra all’Ars.
”In questo momento il mio pensiero é ai lavoratori siciliani e agli imprenditori, a chi vorrebbe un lavoro e sa che dal governo arrivano solo trovate mediatiche, a chi si chiede perché sui fondi europei siamo all’anno zero. Serve una scossa, serve chiarezza. Non mi appassiono di commissariamenti e di commissariati. So che quando arrivano si é perso tutti. Ma così non si può andare avanti”.
“Le uniche cose che ha rivoluzionato Crocetta sono il calendario dell’Ars e la vita di Aronica. In Aula si parla di un anno solo di finanziaria, mentre il commissario dello Stato è condannato a perpetui straordinari. Per il resto solo vuoti proclami e una totale assenza di programmazione che fa accapponare la pelle. Camminiamo in un vicolo cieco, in salita e con le scarpe rotte: in questo modo non si va da nessuna parte. Il presidente dice che la parte importante, relativa alle coperture finanziarie è salva? Non scherziamo, la bocciatura di 21 articoli è comunque gravissima, è un segnale di totale incompetenza che non può non arrivare alla gente. Crocetta ormai è stato bocciato da tutti: dai siciliani (che manifestano ogni giorno sotto il suo palazzo) dalle moltitudini di giovani del click day, dal commissario dello Stato e perfino dalla sua maggioranza”.
Il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, Francesco Cappello, commenta: “Questo è la prova di come di fatto la Sicilia sia già commissariata e che in Aronica trovi un argine alla guerra tra bande, pseudo maggioranza e governatore, che in aula si sono contese le ultime briciole di ciò che rimane, il tutto a scapito dei siciliani”.
Tra le norme impugnate, il Movimento 5 Stelle punta a riesumarne una al più presto.“Il taglio alle pensioni d’oro, a quanto pare, è stato impugnato per un fatto tecnico. Si può e si deve rimediare”.
“La manovra finanziaria, dopo l’esame del Commissario dello Stato, regge nei suoi duplici obiettivi: messa in sicurezza dei conti e salvaguardia degli equilibri di bilancio, soprattutto con la creazione di un adeguato fondo a garanzia dei residui attivi di pronta disponibilità; riperimetrazione della spesa al fine di garantire al sistema pubblico allargato la funzionalità in equilibrio finanziario per i restanti mesi dell’anno”. “L’impugnativa del Commissario dello Stato, interessando solo articoli non fondamentali, – aggiunge – dà ragione al lavoro svolto dalla commissione Bilancio, dal governo e dal parlamento nel suo insieme”.
“Il cuore pulsante della manovra finanziaria non è stato intaccato minimamente dal giudizio di costituzionalità del Commissario Aronica. Non siamo caduti in depressione quando il prefetto Aronica è entrato a gamba tesa sulle norme finanziarie in passato, nè tanto meno ci esaltiamo oggi che l’impianto della legge è stato condiviso. Oggi si stabilisce un nuovo spartiacque sulla gestione della spesa pubblica in quanto, anche seguendo i consigli costituzionali del Commissario dello Stato, si può finalmente pensare, ad esempio, che sul fondo di solidarietà su debba intraprendere un cammino virtuoso di riduzione di costi anche per il personale e l’apparato burocratico, e aumentare con i risparmi gli investimenti a favore dei giovani, delle imprese e dei servizi sociali. Questo da sempre purtroppo rappresenta il vero limite di ogni manovra finanziaria, in cui i margini di azione del governo sono sempre ridotti dalle emergenze stipendiali da garantire, e ciò che rimane fuori è sempre quella parte dedicata agli investimenti essenziali per la ripartenza dell’economia. Speriamo che anche per alcune delle parti impugnate, esclusivamente per quelle che il governo riterrà non rappresentino interessi di taluno ma delle collettività, si possa nuovamente legiferare con apposite norme che un parlamento attento e non diviso sui formalismi e sulle appertenze politiche, deve riproporre con urgenza e solerzia”. Lo afferma Giuseppe Picciolo, capogruppo dei Democratici riformisti per la Sicilia all’Ars.
“Tutto mi sarei aspettato tranne che il prefetto Aronica impugnasse la norma che concede un contributo ai due banchi alimentari di Palermo e Catania. E’ giusto fermare le derive e i tentativi di tornare ad una sorta di tabella H di antica memoria ma prendersela con gli ultimi è una cosa inaccettabile””.
Lo dice il deputato di Articolo 4 Totò Lentini sorpreso dalla scelta del Commissario dello Stato. “Si tratta – prosegue Lentini – di due strutture di volontariato uniche nel loro genere che svolgono una attività fondamentale soprattutto oggi che la povertà è in aumento”.
“Le strutture in questione, non avendo simili – aggiunge il deputato di Articolo 4 – non potranno neanche partecipare ad un bando e c’è già chi pensa di chiudere l’attività di assistenza alimentare ai più poveri per impossibilità a proseguire questo genere di volontariato”.
“Tutto questo – conclude Lentini – non è più tollerabile. Bene ha fatto la Corte Costituzionale a sollevare perplessità sul controllo ex ante da parte del Commissario dello Stato e la riforma del titolo V della Costituzione può essere l’occasione per cambiare sistemi di controllo ormai superati dalla storia e dai fatti”
“Ho sempre avuto – e continuo ad avere – profondo rispetto per il ruolo svolto dal Commissario dello Stato in Sicilia. Ma ritengo che la bocciatura della norma sulla pubblicità delle gare d’appalto non faciliti il già difficile percorso della Pubblica amministrazione nell’Isola sulla strada della trasparenza e della legalità.” Lo ha affermato il presidente della Commissione Antimafia dell’Ars Nello Musumeci, secondo il quale “temi di rilevanza morale come questo non possono finire così facilmente nel tritacarne di cavilli giuridici e di rigidità burocratiche, specie dopo un apposito preventivo confronto che il presidente Crocetta ha avuto col rappresentante del governo centrale, prima del voto d’Aula”. “Non intendo difendere – e farlo sarebbe già un dovere mio e di tutto il parlamento – la boccata d’ossigeno che ne avrebbero ricavato le imprese editoriali siciliane, ma la bontà di uno strumento che avrebbe reso accessibile ad una vasta fetta di cittadini la pubblicità sugli appalti, settore fra i più vulnerabili delle istituzioni pubbliche e le società partecipate agli appetiti della mafia e della imprenditoria spregiudicata”. “Spero che il governo della Regione e l’Ars vogliano e sappiano presto riparare, – conclude – assieme al ripristino di quei capitoli che continuano a tenere ingessato ogni tiepido tentativo di ripresa economica e sociale”.
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09 Agosto 2014, 18:00