Forza Italia e veti su Prestigiacomo, i papabili azzurri - Live Sicilia

Forza Italia e veti su Prestigiacomo, i papabili azzurri

Il centrodestra siciliano resta impantanato nel gioco dei veti incrociati e gli apprendisti stregoni si mettono al lavoro per trovare l’alchimia perfetta in grado di tenere insieme la coalizione.

PALERMO – Il centrodestra siciliano resta impantanato nel gioco dei veti incrociati e gli apprendisti stregoni si mettono al lavoro per trovare l’alchimia perfetta in grado di tenere insieme la coalizione. Si guarda soprattutto dentro Forza Italia che rimane in pole position come partito chiamato a fare il nome del candidato alla Presidenza.

Le pretese degli azzurri

Numeri alla mano, il fortino azzurro rimane il granaio di voti del centrodestra in Sicilia. E in più da qualche giorno Berlusconi in persona ha manifestato l’interesse a piantare la bandierina azzurra sul suolo isolano ottenendo anche il sì di Matteo Salvini. Dopo le vicende di ieri però il nome di Stefania Prestigiacomo esce abbastanza indebolito dopo essersi schiantato sulle barricate alzate da Giorgia Meloni e Ignazio La Russa. Stamattina tuttavia è tornato a battere sul punto Antonio Tajani in persona. “In Sicilia, dove Forza Italia ha una forza rilevante, chiediamo una guida azzurra alla Regione. Il nostro nome è Stefania Prestigiacomo. Stiamo lavorando e l’accordo si troverà: il centrodestra vincerà e governerà bene”, ha detto il numero due dei berluscones. Sul tavolo rimane la rosa di nove nomi presentata in occasione dell’ultimo vertice dal coordinatore regionale agli alleati.

I papabili candidati alla presidenza

Espunto il nome di Stefania Prestigiacomo le uniche due alternative forti (tenuto conto del fatto che la legge elettorale prevede l’elezione diretta del Presidente) sarebbero quella del senatore Renato Schifani e di Gianfranco Miccichè. Quest’ultimo qualche mese fa aveva manifestato, ma per un tempo fugace, l’intenzione di correre per poi negare questa possibilità (adducendo anche motivazioni come l’età tutt’altro che convincenti però): dalla sua ci sarebbe di certo la notorietà ma non il fatto di tenere unita la coalizione (il nome è di certo inviso a Fratelli d’Italia). Ma mai dire mai. Il senatore Schifani dalla sua ha senza ombra di dubbio la notorietà e il fatto di avere sempre assunto una posizione di terzietà (ricucendo con Miccichè dopo i fuochi tra forzisti filomusumeciani e antimusumeciani senza sottrarsi dall’impegno alle comunali di Palermo con i propri candidati a tenere alto il vessillo azzurro). Tuttavia, il senatore sarebbe orientato a proseguire il lavoro a Palazzo Madama. Su di lui però qualcuno inizia a fare qualche pensiero, tanto che in questi giorni sono tornati a circolare dei sondaggi commissionati all’inizio dell’anno che davano l’ex presidente del Senato secondo in termini di gradimento dopo il presidente Musumeci. Un altro nome che circola in queste ore ma che dovrebbe avere la strada in salita è quello dell’assessore Marco Falcone che può essere considerato una sorta di Stancanelli azzurro: piace più agli alleati (musumeciani in testa) che ai suoi (di certo non ai pasdaran di Miccichè). Ma Falcone, al netto del lavoro da assessore apprezzato in modo bipartisan dai due fronti, è più un uomo da proporzionale: meno noto dei colleghi Schifani e Miccichè. Infine, c’è chi si dice convinto che il coordinatore azzurro nelle prossime ore tenterà un’altra strada: giocare la carta di un tecnico di area o ancora meglio un outsider a cui sarebbe impossibile dire di no. Il fratello Gaetano? Al momento i più lo escludono. Ma, come dimostrano le cronache recenti, mai dire mai.  


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