Forza Italia-Lega, Pd-5 Stelle | È la politica delle giravolte

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24 Novembre 2019, 06:00

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L’ultima teoria strampalata circolata sulla rete riguarda i viaggi nel tempo di Greta Thumberg. Qualcuno, postando una fantomatica foto d’epoca, risalente a più di un secolo fa, in cui è ritratta tra gli altri una ragazzina con le treccine tanto somigliante alla giovane attivista svedese, ha preso a teorizzare che la sedicenne più famosa del globo abbia il potere di viaggiare nel tempo. Il trip, nella fattispecie, ammonterebbe a circa 130 anni. Quando il mondo era in effetti parecchio diverso da quello dei giorni nostri. Ma in effetti a un viaggiatore nel tempo meno mobile, basterebbe un viaggio a ritroso di tre mesi per non raccapezzarsi più al ritorno ai giorni nostri.

Immaginate, per un attimo, il nostro crono-nauta che dall’agosto 2019 si ritrovi in un battere di ciglia al novembre dello stesso anno. Immaginatelo fresco di lettura di una delle ultime intemerate di Gianfranco Micciché contro Matteo Salvini. “Un traditore, è il primo a non volere il voto. Sta prendendo per il c… il mondo intero, parliamoci chiaro”. Era agosto e così parlava il commissario di Forza Italia in Sicilia. L’ennesimo tiro al Salvini, dopo una lunga, lunghissima serie. Il 24 agosto: “Salvini non sei razzista: sei solo stronzo”. A gennaio, pochi mesi prima: “A questo signore hanno detto di far scendere i bambini dalla nave Sea Watch e ha risposto di no. Salvini è peggio di Hitler. Quando dice ‘prima gli italiani’ mi fa impazzire, perché Hitler diceva prima gli ariani, uguale”. Sempre firmato Micciché. E ora pensate al nostro viaggiatore che sulla sua macchina del tempo approda con un salto al presente. E legge di un Micciché che spiega che con il Salvini “attuale” si può vincere e governare insieme. Appassionatamente. E pensate allo sforzo di fantasia che il nostro viaggiatore dovrà fare per immaginare cosa sarà mai potuto accadere nelle more al suddetto Salvini, quale metamorfosi kafkiana, per giustificare una tale copernicana rivoluzione.

Lo smarrimento sarebbe totale. Quasi quanto quello nello scoprire che al governo a Roma con Giuseppe Conte non c’è più la Lega – quella che a sua volta “mai coi 5 Stelle” – ma il Pd. Che il nostro malcapitato viaggiatore aveva lasciato quest’estate, era il 18 luglio, il “partito di Bibbiano”, nella misurata e raffinata analisi di Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle. Il Pd era allora il partito che “toglie i bambini alle famiglie con l’elettroshock” allo scopo di “venderli”. Qualcuno, con molto tatto e una buona dose di pazienza, dovrà spiegare al nostro viaggiatore nel tempo com’è possibile che Movimento 5 Stelle e Pd stiano insieme al governo. Quel Pd “impresentabile per sua stessa natura”, diceva l’anno prima lo stesso Di Maio, il partito a cui i suoi compagni di movimento tipo Paola Taverna gridava “mafiosi” e “schifosi”, volendo qui sorvolare su altre più colorite espressioni, appunto, da taverna.

A questo punto, il viaggiatore nel tempo sarà già andato in tilt. E allora occorrerà usare un’ulteriore dose di tatto nello spiegargli che quel governo è nato su iniziativa di quel Matteo Renzi che nei giorni in cui il viaggio nel futuro partiva sommergeva i social dell’hashtag #senzadime, spiegando senza giri di parole: “Chiedo solo una cosa: se qualcuno vuole davvero fare l’accordo con i Cinque Stelle ci provi, alla luce del sole, senza dover attaccare me. Io non condivido questa scelta e per il rispetto che devo a chi mi ha eletto nel collegio, non voterò la fiducia a un Governo PD-Cinque Stelle. Chi vuole provarci lo faccia: nessuno potrà impedirmi di oppormi ad alta voce come è mio diritto. E come è mio dovere. Si può rinunciare a una poltrona, come io ho fatto più volte, ma non si può rinunciare alla dignità”. Era fine luglio. Un mese dopo si sdoganava il Conte bis.

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Povero viaggiatore nel tempo. Se si trovava a passare da Palermo in quei caldi giorni d’estate, magari avrà ancora nelle orecchie l’eco delle parole di Davide Faraone, che deposto dalla segreteria del Pd siciliano spiegava: “Avevano bisogno di togliersi di mezzo Faraone per fare l’accordo con il Movimento cinque stelle in Sicilia, il resto sono tutte fesserie”. E così, era il 22 luglio, il renziano più renziano di Sicilia, parlando di sé in terza persona come Diego Armando Maradona, non lasciava spazio a dubbi di sorta: “Avevano bisogno di togliersi di mezzo Faraone per fare l’accordo con il Movimento cinque stelle in Sicilia, il resto sono tutte fesserie”. Vaglielo a spiegare al nostro povero viaggiatore che una manciata di settimane dopo i renziani furono la molla che fece scattare l’operazione Conte bis. Tanto più che in quei giorni tutto il Pd, ma tutto tutto (Zingaretti e zingarettiani in testa), giurava e spergiurava che con i pentastellati mai e poi mai. “Se c’è una cosa su cui sono d’accordo con Zingaretti è che non ci sono spazi di confronto con il Movimento 5 Stelle”, spiegava il 24 luglio Fausto Raciti. Che il 7 agosto con Antonio Rubino aggiungeva tranchant: “Mai con i cinque stelle. Con questi nemmeno un caffè altro che collaborazione parlamentare”. Quattro giorni dopo Renzi diceva che era folle andare a votare e da lì il Pd, tutto il Pd, apriva le danze per allearsi con Paola Taverna & Co. Nel frattempo Renzi si faceva il partito nuovo, quell’Italia viva che il nostro viaggiatore ritroverà dopo aver lasciato l’ex premier a giugno che assicurava il mondo intero di non avere intenzione di lasciare il Pd. Partito che nasceva più o meno mentre Salvini spiegava che ma siamo matti a parlare di uscire dall’euro, concetto che manda definitivamente in tilt il nostro povero viaggiatore che ricordava come alle Europee lo stesso Salvini avese candidato la profetessa No euro Francesca Donato proprio in Sicilia (eletta a furor di popolo).

E allora è un sollievo che i viaggi nel tempo, malgrado la foto di Greta, restino materia da fantascienza. E che a nessuno di noi tocchi spiegare al viaggiatore nel tempo come nel giro di qualche settimana la politica sia stata capace di dire tutto e il suo contrario senza mai arrossire un po’. Sarebbe stata un’impresa proibitiva. Molto più semplice però sarebbe stato provare a spiegargli com’è che oggi a votare vanno ormai solo un pugno di amici.

 

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24 Novembre 2019, 06:00

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