Forza Italia, Mancuso: "Contro di noi una guerra assurda" - Live Sicilia

Forza Italia, Mancuso: “Contro di noi una guerra assurda”

Il capogruppo "fedele" a Miccichè parla di lealtà e dignità

PALERMO – Michele Mancuso, capogruppo di Forza Italia e fedelissimo di Gianfranco Miccichè rivendica un’appartenenza trentennale al partito. Il deputato, che nel 1994 era candidato al consiglio comunale di Caltanissetta sotto il vessillo forzista, sembra piuttosto amareggiato per le divisioni interne a Forza Italia (sdoppiata in due gruppi all’Ars) e rivendica lo sforzo portato avanti in campagna elettorale senza lesinare qualche stoccata a chi oggi lo ha messo ai margini. “Un atteggiamento incomprensibile che non ha nulla di politico”, dice.

Mancuso, rompiamo il ghiaccio. Qual è la vera Forza Italia?

La vera Forza Italia è quella che alle ultime elezioni ha incassato il 15% in Sicilia. Fatta da tutti noi: gli eletti nelle liste di Forza Italia, composte dal coordinatore regionale Gianfranco Miccichè. Abbiamo ottenuto un mare di voti. Basti pensare che nella provincia di Caltanissetta, la mia, abbiamo preso quasi il 21%: su 90000 votanti abbiamo totalizzato 20000 voti. Siamo arrivati primi, l’unica provincia che ha battuto i Cinquestelle, superando ogni record. Questa è Forza Italia: quella della gente che ci sta vicino da decenni e che vuole continuare a farlo.

I vostri elettori però vi vedono oggi su due fronti contrapposti…

Quello che si percepisce è una fotografia distorta. C’è chi si sforza per allontanarsi da Forza Italia, intendo quella originale, mentre l’elettore ci vede a malincuore separati. Chi ha votato Forza Italia in provincia di Caltanissetta ha votato Mancuso, chi lo ha fatto in provincia di Enna ha votato Lantieri. Queste persone oggi si chiedono perché non stiamo insieme. Lo stesso vale per Gallo ad Agrigento. Nelle realtà più piccole è semplice sapere chi è il capotesta del partito, anche se Mancuso nel 1994 era consigliere comunale di Forza Italia a differenza di qualcun altro. In campagna elettorale è stato naturale stare insieme, subito dopo il voto qualcosa è cambiato.

Che cosa è cambiato? Perché non siete stati coinvolti nelle scelte relative alla ripartizione degli assessori?

Noi abbiamo dimostrato che la lealtà e la dignità sono più importanti delle poltrone. Non abbiamo mai fatto guerra per ottenere l’assessorato o per piazzare Tizio o Caio. Si è aperto un dibattito e ci siamo ritrovati davanti a una levata di scudi e a delle anomalie che forse vivono peggio gli alleati che noi. Per capirci: si chiedono perché oggi sono considerati avversari quelli che hanno portato un notevole contributo elettorale lavorando alacremente alle liste in campagna elettorale? Questa cosa non si riesce a spiegare. Il problema è che non c’è politica.

In che senso?

L’atteggiamento di chiusura nei confronti di un gruppo, formalizzata dalla scelta di formarne un altro, è altro non è una scelta politica. Noi abbiamo un unico rappresentante che si chiama Silvio Berlusconi, il primo a non volere divisioni simili. Il fatto che siamo noi oggi gli ortodossi di Forza Italia è la prova provata che sono altri ad avere preso le distanze da noi. 

Mancuso, partiamo però da nota dolente avete fatto tanto per mandare via Musumeci e adesso vi ritrovate praticamente all’opposizione di Schifani, un presidente del vostro partito…

Non so altrove, ma in provincia di Caltanissetta, quando abbiamo accolto il presidente Schifani c’è stata un’affluenza e una dimostrazione di affetto straordinaria. Abbiamo condotto una campagna elettorale dicendo a chiare lettere che chi votava Forza Italia doveva votare Schifani presidente, a differenza di altri che anche della mia provincia indicavano un altro candidato alla presidenza (cosa che sa lo stesso Schifani). Negli anni passati Schifani è stato il presidente del Senato emerito più amato in questa provincia in cui tanti anni fa fece il commissario su nomina di Miccichè. E’ assurdo che, all’indomani delle elezioni, per farmi volere bene io debba a tutti i costi cambiare atteggiamento nei confronti di qualcuno.

Si riferisce al suo caro amico Miccichè?

Miccichè per me è un amico e come tale con lui mi comporto da persona leale. Ma anche Schifani è un amico e io mi comporto da amico, probabilmente lui si è fatto condizionare da qualcuno.

Da chi? Da Fratelli d’Italia?

Non mi sento di accusare FdI perché è un partito quindi credo sia più una questione di persone che non di partiti. Io penso che la si possa pensare diversamente, ma questo non si può tradurre in un radde rationem. Il gruppo non ha mai intavolato una discussione sugli assessori. Non abbiamo chiesto nulla volevamo solo lavorare nell’interesse della Sicilia. Quando rappresenti una fetta importante di consenso ti brucia essere percepito come un avversario se non altro per quello che rappresenti. Io faccio segreteria due volte a settimana e mi relaziono con elettori smarriti e dispiaciuti che non stanno capendo quello che accade e mi chiedono se abbiamo sbagliato a votare. Io dico che non abbiamo sbagliato a votare e che c’è sempre tempo per recuperare…

Ci sono i margini per ricucire? 

Non è un problema di margini per ricucire: tutto quello che potevano fare lo hanno fatto. Noi siamo disarmati davanti a questi comportamenti. In politica si dice mai dire mai… ma vorrei tornare su un punto. Gli alleati degli altri partiti vivono male questa situazione e non capiscono perché Michele Mancuso che ha portato 20000 voti deve diventare nemico di chi era nel listino ed è diventato deputato. Oppure prendiamo il caso dell’amico Falcone.

Prego.

Per cinque anni ha fatto l’assessore grazie ai voti di quelli come me, adesso va a fare l’assessore grazie ai voti di quelli come, e io dovrei essere il suo nemico? 

Mancuso, di chi è la responsabilità?

La responsabilità è di chi dimostra un atteggiamento che non si può avere facendo politica avendo senso di responsabilità. La si può pensare diversamente all’interno di un partito, ma se tu benefici dei tuoi ruoli grazie a una montagna di consensi che questo partito ha preso…se oggi abbiamo il presidente della Regione, tre assessori eccetera è perché persone come me hanno portato i voti senza avere avuto nessun regalo. Chi come me oggi, per spirito di lealtà intende continuare a portare la bandiera di Forza Italia e di chi del partito ha fatto la storia, non può meritare un atteggiamento ostile da parte di chi dei suoi voti ne sta ampiamente beneficiando. 


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