12 Dicembre 2022, 13:24
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PALERMO – “Ritengo Giorgio Mulè la persona più idonea considerando che conosce la Sicilia e possiede una grande esperienza”. Le dichiarazioni del capogruppo di Forza Italia all’Ars, Stefano Pellegrino, rilasciate a Live Sicilia, scrivono un nuovo capitolo della storia del partito siculo. L’ipotesi delineatasi nei giorni scorsi, cioè l’arrivo di un commissario pronto a sciogliere i nodi politici che hanno sconquassato il partito siciliano, sembra prendere forma. Una discussione ripresa ieri ad Arcore, come riportato oggi dal quotidiano La Sicilia, alla presenza dei vertici del partito. Qualche beninformato, però, a microfoni spenti, ridimensiona la portata della cosa, definendo “un breve passaggio” il discorso su Mulè. Alla fine Berlusconi avrebbe, infatti, deciso di procrastinare la decisione di intervenire in Sicilia.
Il vice presidente della Camera rimane, tuttavia, la figura più quotata per indossare l’elmetto e scendere nella trincea sicula. Ma per quanto tempo? E con quali conseguenze sugli equilibri esistenti nella galassia forzista che siede a sala d’Ercole sotto le insegne di due distinti schieramenti? “Il gruppo è consolidato, non esistono stravolgimenti”, dice Pellegrino che apre all’ipotesi Mulè, ma lascia intendere che i suoi non sono disposti a cedere il passo su eventuali rimescolamenti di ruoli.
Gli ortodossi auspicano sì l’arrivo di un commissario ma per imprimere un cambio di passo al partito gestito finora da Gianfranco Miccichè. “Per noi è necessario un cambiamento di rotta, non ci serve un commissario solo per fare da paciere perché noi siamo adulti e vaccinati per governarci da soli, ci interessa invece che arrivi una figura super partes che riporti tranquillità ma che coordini e gestisca il gruppo al di sopra delle parti”, insiste. “Non un traghettatore perché i nostri non sono problemi personali ma qualcuno che sappia mettere mano a una situazione ormai incancrenita che si è consolidata negli anni”, dice Pellegrino.
Se gli ortodossi filo Schifani faranno valere la forza dei numeri (soprattutto quando Calderone staccherà il ticket per Roma), i pasdaran di Miccichè dovrebbero puntare le loro fiches sul fatto di essere stati estromessi dai posti in giunta. Il punto di caduta, auspicato dai forzisti di rito miccicheiano, è che venga individuato un nuovo capogruppo garante di “terzietà”. Insomma, a conti fatti il rischio che si assista a un nuovo muro contro muro è dietro l’angolo.
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12 Dicembre 2022, 13:24