08 Maggio 2017, 16:56
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PALERMO – Con il pari del “Bentegodi” contro il Chievo il Palermo ha messo definitivamente la parola fine al suo campionato, salutando la Serie A con tre giornate d’anticipo. Nel day after Rino Fochi, direttore sportivo degli anni d’oro della gestione Zamparini, è intervenuto a Tgs per parlare del club rosanero: “L’anno scorso la squadra si era salvata per tante coincidenze, ricordiamoci i rigori sbagliati dal Carpi contro la Lazio, e così qualcuno si è fatto forte della salvezza scorsa. Avevo detto al presidente che si dovevano fare certe operazioni e c’erano delle esigenze, ma non sono riuscito ed è andata a finire in questo modo. La squadra era incompleta, non c’è stata pazienza”.
“Nel 2015-16 c’è stato solo un colpo di fortuna e quest’anno è stato trascurato quello che si doveva fare. Sapete come sono legato sempre al Palermo, sono tornato in estate e ho dovuto lasciare – ha spiegato Foschi –. Sono convinto che se tenevamo duro ce la potevamo fare. Mi sento un po’ in colpa”. L’attuale dirigente del Cesena racconta i colpi che aveva in mente di fare e che invece Zamparini non ha avallato. “Chichizola, Pinilla e Cigarini? Avevo preso un portiere e il presidente ha detto che era sbagliato. C’era qualcuno che gli suggeriva erratamente, io so la fiducia che Zamparini aveva in me. Sicuramente il Palermo aveva bisogno di 3 giocatori esperti, uno per ogni reparto, ma è andata così. Probabilmente io dovevo stare più sul pezzo e lottare di più, le cose sono andate così”.
Il Palermo però si appresta a passare di mano: “Cosa so sul passaggio di proprietà del Palermo? So che c’è un presidente nuovo che si sta dando da fare per perfezionare questo passaggio. Ho delle perplessità mie, che mi tengo – ha proseguti l’ex ds rosanero –. Sono molto affezionato a Palermo però non so cosa possa succedere. Io so solo che il Palermo è retrocesso ieri, so che vuol dire andare in Serie B, ma con l’aiuto della piazza il Palermo si può rialzare”.
“Cosa vuole fare Zamparini col Palermo? Lui mi ha detto che ha venduto la società e che c’era da perfezionare un discorso per cui ci voleva del tempo. Io ho le mie perplessità perché quando c’è un passaggio di una società come il Palermo, che non è una squadra dell’interregionale con tutto il rispetto per queste squadre, le cifre sono importanti, occorre aspettare un po’. Io non metto in dubbio niente. Adesso sto seguendo ciò che accade, ma non so come andrà a finire questa storia”.
“Zamparini vittima di Curkovic e degli slavi? Premessa, io Curkovic non lo conosco, non ci ho mai parlato. Questa domanda mi mette in difficoltà, perché io non conosco questi signori. So che sono agenti di calciatori e anche figure importanti del calcio internazionale, hanno dei giocatori importanti in tutta Europa – ha continuato a spiegare Foschi –. Io so che questo Palermo qui aveva preso dei giocatori promettenti che però hanno fatto male, anche in virtù dei cambi d’allenatore. Non giudico ciò che non ho toccato con mano. Quando sono tornato a Palermo ho parlato con Zamparini e basta: poi queste figure qui non le conosco”.
“Io a Palermo, questa estate, ho fatto solamente il mercato in uscita. Ho dato via Vazquez e in entrata non ho fatto niente: non ho nemmeno detto di confermare questo o l’altro giocatore. Ho detto solo che ci voleva un portiere esperto da mettere dietro a Posavec, che non andava ceduto – ha raccontato –. Poi ho detto che ci voleva un centrocampista e una punta. Però in quel momento stavo facendo delle uscite perché era importante fare delle uscite. Quindi ho completato la cessione di Vazquez col Siviglia e stavo cedendo Giancarlo Gonzalez in Russia, questo posso rivelarvelo. Poi è stato sospeso tutto perché mi sono dimesso e sono andato via. Nel mese di luglio 2016 io proponevo i giocatori a Zamparini e poi era lui, e non altri, che mi diceva ‘Questo no’ oppure ‘Questo vuole troppo’. Ho proposto Borriello che però secondo Zamparini voleva troppo, ho proposto Cigarini e a Zamparini non andava bene. Quando ho parlato del portiere, infine, Zamparini mi ha detto che era sufficiente avere Posavec. Non c’è stato uno ‘scarica-barile’ da una parte o dall’altra. Io parlavo con Zamparini e con pazienza cercavo di ottenere il suo consenso su alcune proposte. Ma io sono uno che ha sempre combattuto con lui”.
Infine Rino Foschi ha espresso un pensiero in merito alla proprietà che verrà, quella di Baccaglini: “La nuova proprietà mi sembra che sia al di fuori del calcio. Paul Baccaglini è un bel personaggio dello spettacolo, bravo a presentarsi, è un personaggio televisivo, sa come parlare al pubblico. Ok, ha preso a cuore i palermitani, ma adesso ci vogliono i fatti e Palermo è una piazza grandiosa. Lui stesso, Baccaglini, ha detto che calcisticamente è ‘fuori’. Dovrà creare uno staff tecnico e prepararsi per un futuro in B. Se pensi che la B sia facile, non la vinci. Io ho avuto la fortuna di vincere cinque volte in B e una volta proprio a Palermo. Se pensiamo che tutto sia facile, diventa difficile. Guardate al Verona quest’anno, o al Bologna di due anni fa. Non è facile tornare in A: ci vuole che Baccaglini si affidi a dei professionisti, a della gente di calcio: è importante che componga un gruppo di lavoro serio, poi con l’aiuto della città penso che tutto diventa in Sicilia”.
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08 Maggio 2017, 16:56