Bancarotta fraudolenta, arrestati |i signori degli appalti pubblici

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05 Dicembre 2017, 09:49

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CATANIA – Terremoto nel settore degli appalti pubblici, sono stati arrestati per bancarotta fraudolenta i Furnò, alla guida della Betoncat e della Furnò costruzioni ferroviarie, componenti della cordata per la realizzazione della Etna Rail, la metropolitana “leggera” da 550 milioni di euro che dovrebbe collegare Catania con i comuni etnei. Agli arresti sono finiti  Rosario Furnò (cl.1949) e i figli Sandro (cl.1983) e Piero (cl.1973).

L’operazione è stata condotta dagli uomini delle Fiamme gialle, che a Catania vantano un reparto specializzato nell’analisi degli aspetti finanziari dei grandi fallimenti. L’ipotesi è bancarotta fraudolenta “accertata nell’ambito del fallimento della società commerciale Betoncat S.a.s –  scrivono gli inquirenti – società catanese operante sul territorio nazionale nel settore della costruzione di opere idrauliche e con un fatturato annuo di 10 milioni di euro, era stata dichiarata fallita dal Tribunale di Catania l’uno dicembre 2016”.

Il Gip ha disposto con decreto la misura del sequestro preventivo delle aziende riconducibili ai Furnò, tra le quali spiccano la Betoncat e la Fcf, promotrice della metropolitana Etna Rail. “In particolare – scrivono i finanzieri –  la spregiudicata e illecita gestione degli affari societari operata dagli amministratori è stata caratterizzata da una sistematica alterazione delle scritture contabili tesa a nascondere, secondo gli inquirenti, la destinazione del patrimonio aziendale verso finalità estranee allo scopo sociale. L’azione criminale posta in essere dagli indagati si è contraddistinta anche per la perdurante inosservanza degli obblighi di versamento di tributi erariali e contributi previdenziali che ha determinato un debito verso lo Stato di circa 20 milioni di euro”.

I finanzieri hanno acquisito le relazioni della curatela e di un consulente tecnico, che ha analizzato i bilanci dal 2010 al 2016 “dai quali – scrivono gli inquirenti – è emerso il ricorso a svariati espedienti contabili tutti finalizzati a rappresentare un risultato d’esercizio migliore di quello effettivamente conseguito”. Spiegano le Fiamme gialle: “Da oltre 5 anni, gli amministratori della Betoncat hanno operato come se la società non presentasse un disequilibrio economico irreparabile aggravandone il dissesto mediante l’artificiosa contrazione di costi e la rilevazione di maggiori ricavi inesistenti. Gli indagati dolosamente non hanno fatto ricorso agli strumenti che il nostro ordinamento giuridico offre alle imprese in crisi così continuando ad operare a danno di altre imprese, dello Stato e dei lavoratori della stessa”.

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L’inchiesta delle Fiamme gialle si inserisce nel vasto solco delle inchieste sui colletti bianchi, ha portato alla luce “una gestione societaria illecita – scrivono gli inquirenti – in grado di incidere pesantemente sulla libera iniziativa economica a svantaggio delle imprese del settore che continuano ad operare nel pieno rispetto delle regole. Si è così evitato che la procedura concorsuale si riducesse in un vuoto simulacro privo di utilità per le imprese creditrici, che il mercato vedesse operare imprese ormai decotte e che le finanze pubbliche perdessero definitivamente le risorse finanziarie illegittimamente sottratte al soddisfacimento dell’interesse collettivo”.

La guardia di finanza ha rilevato “una serie  di trasferimenti azionari, mediante donazione, tra parenti e affini della famiglia Furnò strumentali a minimizzare le responsabilità penali e civili degli effettivi amministratori”. I 4 milioni di euro circa sottoposti a sequestro si riferiscono anche ad operazioni effettuate dalla fallita con società solo apparentemente terze – Costruzioni Generali Gasdotti Srl (CO.GE.GAS.) di Regalbuto (EN) e Furnò Costruzioni Ferroviarie (F.C.F.) S.p.a. di Catania – ma, in concreto, di proprietà della stessa famiglia Furnò. La Guardia di Finanza di Catania ha, dunque, provveduto a porre agli arresti domiciliari Rosario, Sandro e Piero Furnò (tutti concorrenti nel delitto di bancarotta fraudolenta) e a eseguire i sequestri di 15 conti correnti intestati e nella disponibilità degli indagati, della Costruzioni Generali Gasdotti Srl e della Furnò Costruzioni Ferroviarie S.p.a. “fino all’ammontare del profitto criminale conseguito”.

 

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05 Dicembre 2017, 09:49

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