Mafia, si torna a sparare a Palermo |Via Villagrazia, ucciso Giovan Battista Tusa

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19 Marzo 2013, 14:54

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PALERMO –  Ad ucciderlo è stato un solo colpo di pistola. Una calibro 38 quella impugnata dall’assassino che ha teso un agguato a Giovan Battista Tusa, 71enne pregiudicato per associazione mafiosa. Ex impiegato delle poste, Tusa è stato raggiunto dal killer nei pressi della sua abitazione di via Villagrazia, al civico 220. Era uscito dalla porta di casa che si trova in un’area privata ed aveva percorso soltanto qualche metro quando il colpo di pistola l’ha fattoa accasciare a terra. A sentire gli spari e a trovare Tusa a terra, sanguinante, è stato il cognato che vive nella palazzina accanto: ha lanciato l’allarme al 118 e alla polizia. I soccorsi sono riusciti in un primo momento a rianimare l’uomo, ma nel corso del tragitto verso l’ospedale Civico è deceduto.

Tusa venne indicato come uomo d’onore della famiglia di Villagrazia. A fare il suo nome fu il pentito Gioacchino La Barbera che ribadì il ruolo da “mediatore” di Tusa fra Pietro Aglieri e Giovanni Brusca. Proprio per questo motivo l’ex impiegato delle poste fu arrestato una prima volta nel 2008. Ma Tusa, secondo il racconto del collaboratore di giustizia, si sarebbe anche occupato delle tenute di un nobile siciliano, il conte Naselli di Villagrazia, nelle quali avrebbe organizzato a sua insaputa dei summit di mafia, partecipando anche a quello per la strage di via D’Amelio. Tusa era finito in cella l’ultima volta nella maxi operazione dei carabinieri “Ghiaccio”, blitz dopo il quale Tusa, fu prosciolto in primo grado. Ma non fu l’unico a tornare a piede libero nel 2002, come ricostruisce il numero di “S” attualmente in edicola, a partire da Giuseppe Guttadauro, che ha trasferito la propria residenza a Roma, per finire con Salvatore Drago Ferrante e Giovan Battista Pipitone.

“Non parlerei subito di omicidio di mafia – dice il capo della Omicidi, Carmine Mosca – perché in base a quello che abbiamo al momento rilevato, non si tratta delle “modalià” tipiche delle cosche. E’ soltanto uno il colpo sparato, al fianco sinistro. E’ quindi ancora presto – aggiunge – stabilire il contesto in cui sia maturato il delitto”. Fatto sta che a Palermo si torna a sparare e che nel giro di un mese sono stati due gli omicidi nelle zone “calde” della città. Il 17 febbraio scorso è stato Francesco Nangano, 51 anni, ad essere freddato sotto gli occhi di cittadini e negozianti in via Messina Marine. ma anche a Belmonte Chiavelli, soltanto un anno e mezzo fa, ad essere ucciso è stato il boss Giuseppe Calascibetta. Lo hanno freddato con quattro o cinque colpi di pistola alla testa mentre rientrava a casa. Era a bordo di una microcar, una Ligier. Non ha fatto in tempo a raggiungere il civico 36 di via Bagnera. Ma anche per il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, i tempi non sono ancora maturi per parlare di una nuova guerra di mafia: “E’ un po’ azzardato, è presto per dirlo. Quelli di Nangano e Tusa sono due omicidi ravvicinati, ma non sappiamo se possono essere messi in correlazione. Tratteremo la vicenda con la massima attenzione. Tusa – aggiunge Messineo – era uscito dal carcere ormai da molto tempo e non risultava al centro di particolari giri. E’ chiaro che adesso la situazione sarà approfondita”.

Sui mafiosi che recentemente sono stati scarcerati Messineo ha detto che “chi è tornato possa avere trovato qualcun’altro al suo posto e possano essere scattate delle ritorsioni è un’ ipotesi che può essere sempre valida in generale, quindi anche in questo caso”. Dell’omicidio si stanno occupando il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e il sostituto Maurizio Agnello.

 

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