Fotoreporter| in mostra| al Mikalsa

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14 Ottobre 2008, 07:49

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“La fotografia è una debole voce. Al massimo, ma solo qualche volta, una fotografia o un gruppo di fotografie possono farci prendere coscienza di un avvenimento. Alcuni, forse molti, fra noi possono venire provocati a usare la ragione, a riportare sulla strada giusta qualcosa che era sbagliato e possono addirittura consacrarsi alla ricerca di una cura per una malattia”. Una frase di Eugene Smith uno dei più celebri fotogiornalisti del secolo scorso che diventa auspicio ma anche punto di riferimento a cui tende lo spazio espositivo per opere fotografiche all’interno del pub Mikalsa a Palermo nel cuore del centro storico cittadino.

“Nome” questa la denominazione quanto mai curiosa scelta dall’ideatore del progetto, Lorenzo Quattrocchi, che proprio attraverso questo luogo ha deciso di dar voce e parola a dei fotografi, per l’appunto dei reporter. Uno spazio neutro che si andrà riempendo di volta in volta di contenuti, in un iter che vedrà alternarsi autori diversi, di nuovi contenuti e di nuove storie. Uno spazio di riflessione e di racconto per immagini lì dove una fotografia può diventare più efficace di tante parole.
Da oggi e fino al prossimo 23 ottobre saranno esposti alcuni lavori di Massimo Di Nonno, fondatore dell’agenzia Prospekt e specializzato in reportage a carattere sociale. Il “Nome” della sua mostra “L’acqua in Sicilia”, uno sguardo e un’analisi critica sulle modalità e gli strumenti di gestione di una risorsa fondamentale nell’economia dell’isola molto spesso mal amministrata e per questo sprecata.
Sui temi dell’integrazione a livello religioso riflette il percorso per immagini di Massimo D’Aleo, reporter per l’agenzia Grazia Neri, dal titolo “Ortodossia rumena in Italia” che sarà visitabile dall’11 al 20 novembre. Un lavoro che prende le mosse dal progetto dell’assemblea diocesana della metropolia della chiesa ortodossa rumena che ha creato in Italia una vera e propria diocesi che raggruppa settanta chiese dislocate lungo il territorio nazionale.
Alle ricchezze di risorse dell’Africa molto spesso saccheggiate dai ricchi paesi occidentali è dedicato il ciclo di opere di Alfredo Falvo “Lavoratori nelle miniere di Coltan in Congo” in esposizione dal 9 al 18 dicembre. Al centro del racconto la vita dei minatori di Kisengo un villaggio del Katanga regione sud orientale della Repubblica del Congo. Le miniere di Kisengo hanno una particolarità sono state le prime a far venire a galla il coltan, un materiale conduttore capace di ottimizzare i consumi di energia elettrica.
I paesaggi urbani e le “Resistenze” in questi contesti, sono il filo conduttore degli scatti di Leandro Lo Bianco in mostra dal 20 al 29 gennaio. Il fotografo, palermitano e collaboratore per Grazia Neri, ha compiuto un viaggio nelle più importanti città europee tra cui Roma, Parigi e Amburgo, “intercettando” le evoluzioni dei centri urbani di queste metropoli.
Ancora all’acqua, come fondamentale risorsa del pianeta, è dedicato il reportage di Matilde Gattoni che chiude questo primo ciclo di esposizioni con un’ultima mostra visitabile dal 17 al 26 febbraio prossimo. “Aman Iman”(L’acqua è L’Anima questo il titolo. Filo conduttore lo scarso impegno sul fronte della gestione delle risorse idriche. Un problema reale per le Nazioni Unite che considerano la crisi idrica come il problema maggiore con cui il nostro pianeta fa e dovrà fare i conti nel prossimo futuro.
Per qualsiasi informazione è possibile visitare il sito www.mikalsa.it

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di Antonella Bonura

Pubblicato il

14 Ottobre 2008, 07:49

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