26 Ottobre 2017, 05:55
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Gli imperi criminali al pari di quelli politici richiedono un erede al trono. In casa Santapaola lo scettro del potere sarebbe passato nelle mani di Francesco, figlio di Salvatore, detto Colluccio, cugino di secondo grado del patriarca Nitto. Per gli inquirenti sarebbe lui il reggente dello storico clan catanese. Nella requisitoria dei Pm Antonino Fanara e Agata Santonocito l’ipotesi accusatoria è corroborata dal modus operandi di Francesco Santapaola ricostruito attraverso le registrazioni delle cimici piazzate dalle forze dell’ordine. Il mensile S, disponibile in tutte le edicole, dedica uno speciale a quello che i Pm considerano il nuovo reggente dello storico clan catanese.
L’investitura sarebbe arrivata negli ultimi anni quando Santapaola avrebbe “rinsaldato l’egemonia della famiglia di Catania agevolando in modo in modo tale da condurre le famiglie operanti nel calatino a versare una parte dei proventi delle loro attività nelle casse dell’associazione etnea pretendevano, altresì, di controllare il settore degli appalti al di fuori del territorio di sua stretta spettanza”. Le cimici registrano ore e ore di conversazioni e consegnano un quadro che vede i catanesi allargarsi a macchia d’olio non senza causare “malcelata insofferenza degli affiliati” della provincia che pure individuavano in Santapaola il reggente della famiglia. C’è anche un episodio riferito dal collaboratore di giustizia Salvatore Cristaudo su un pestaggio ai danni di uno degli affiliati alla famiglia di Turi Seminara “voluto – si legge nella requisitoria – anche da Francesco Santapaola per fare comprendere la cogenza della regola secondo la quale una parte dei profitti delle attività delittuose della provincia dovevano essere versate a Catania”.
Il ruolo apicale sarebbe stato suggellato, secondo i Pm, anche dal fatto di andare in giro con la scorta armata anche in circostanze atipiche: in occasione degli “incontri riservati con i capi delle altre organizzazioni mafiose”. Come accade in occasione del summit del febbraio 2016. Tra gli elementi esaminati dai Pm c’è anche il ruolo che Santapaola avrebbe svolto: risolutore di contrasti per dirimere le controversie nate in seno alla mafia calatina. Presenze e assenze di Santapaola pesano; soprattutto in occasione dei summit. Il nipote di Nitto prende parte a tre dei quattro incontri tra famiglie mafiose registrati dalle cimici dall’agosto del 2015 al febbraio del 2016. Incontri nei quali si discute dei limiti territoriali delle varie famiglie e delle ripartizione dei proventi delle estorsioni. “A riprova che la presenza di Santapaola Francesco era determinata dalla necessità di rappresentare la famiglia di Catania, deve osservarsi che nell’unico incontro disertato dal Santapaola, quello del 23 dicembre 2015, la famiglia era rappresentata da Roberto Vacante, genero di Santapaola Salvatore, fratello di Benedetto, e da Russo Francesco, che veniva indicato da Di Benedetto come la persona che si occupava degli affari riguardanti Vincenzo Santapaola, figlio di Nitto”, scrivono i Pm.
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26 Ottobre 2017, 05:55