25 Marzo 2022, 05:45
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PALERMO – Fratelli d’Italia punta a riorganizzarsi in vista della sfida lanciata da Salvini e company. La presenza di Ignazio La Russa in Sicilia non sarebbe frutto del caso. A parte i nodi da dirimere in vista della corsa a Palazzo delle Aquile e a Palazzo degli Elefanti (con la pratica delle dimissioni del sindaco sul tavolo) in ballo ci sarebbe la riorganizzazione del partito siciliano.
Per l’esattezza un cambio al vertice. Ignazio La Russa sarebbe prossimo a diventare commissario dei meloniani siciliani prendendo il posto degli attuali coordinatori. Il nuovo organigramma prevedrebbe comunque che il senatore paternese sia affiancato da un gruppo di cinque dirigenti: la deputata Carolina Varchi (candidata del partito a sindaco di Palermo), l’eurodeputato Raffaele Stancanelli, l’assessore Manlio Messina e i due attuali segretari Giampiero Cannella e Salvo Pogliese. Un modo per risolvere le questioni interne che nei mesi scorsi hanno segnato la vita del partito siciliano. Una contromossa all’offensiva di Salvini e all’operazione pigliatutto di “Prima l’Italia”. Fantapolitica? Chissà. E, a prescindere da questa voce che da ieri circola con insistenza nei Palazzi che contano, di certo ci sono vari segnali che ieri a Palermo il duo Lollobrigida-La Russa ha lanciato agli alleati capricciosi.
In primo luogo i meloniani lanciano la palla nella metà campo avversaria, negando di avere problemi di unità al loro interno. “Non partecipiamo alle risse nel centrodestra, in questo momento non c’è particolare ordine nella coalizione anche se nel centrosinistra non sono meno litigiosi. Certo oggi noi abbiamo una sofferenza maggiore. Il nostro principale riferimento non è il centrodestra per forza, ma il centrodestra del popolo: non saremo soli perché cerchiamo convergenze. Qualora gli altri decidessero di mantenere o restare nel centrodestra li aspettiamo con serenità”, ha detto il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida. “Qui in Sicilia qualche anno fa proponemmo la candidatura di Nello Musumeci, c’era qualche perplessità che vincesse invece ha vinto e ha governato bene – ha aggiunto Lollobrigida – I dati raccontano una Sicilia che cresce in ogni parametro nel turismo e nella sanità: i risultati sono oggettivi. E’ una Regione che ha invertito la tendenza, c’è gente che dal Nord viene a lavorare nell’Isola. Oggi la Sicilia comincia a essere concorrenziale con la Lombardia, per merito di Musumeci più che per demerito della giunta lombarda”, ha aggiunto. E qualche commentatore attento potrebbe leggere nelle parole del braccio destro di Giorgia Meloni l’ennesimo avvertimento a Matteo Salvini sul futuro della ricandidatura del suo Fontana. Il guanto di sfida all’alleato-competitor lo lancia con nettezza La Russa.
“Salvini dice che devono decidere i siciliani, poi però dice che la Sicilia è laboratorio per ‘Prima l’Italia’. No, la Sicilia non è laboratorio, non è una cavia, non serve a testare le cose che servono all’Italia. Noi siciliani non siamo cavie. Sapete chi ha inventato lo slogan ‘Prima l’Italia’? Giorgio Almirante, ci sono i manifesti”, ha ruggito il senatore. Del resto non è un mistero che la sfida cruciale nel centrodestra si gioca per conquistarne la leadership. E FdI vuole mantenere la posizione anche perché dietro riferimento “ai siciliani” fatto da Salvini c’è tutto il mondo trasversale degli oppositori del Musumeci-bis. E su questo si tenta di tenere la barra dritta, anche se le parole di La Russa aprono scenari meno manichei di quelli ipotizzati finora. “Perché non va bene il presidente uscente Nello Musumeci? E chi è l’alternativa meglio di lui? Dopodiché per trovare la sintesi ci vuole volontà, noi abbiamo la volontà di trovarla nel centrodestra. Noi ci arrabbiamo con Lega e Forza Italia solo quando loro preferiscono altre alleanze rispetto al centrodestra”, ha detto. Un colpo al cerchio, uno alla botte. “Uno di un altro partito direbbe: vogliamo guardare i sondaggi? Quante Regioni governa la Lega? Quante Forza Italia? E quante FdI? Dovremmo dire, la Sicilia ci tocca, come l’ho sentito dire in Veneto e in Calabria. Ma non stiamo facendo questo ragionamento, non diciamo ci tocca – ha argomentato La Russa – Musumeci è un presidente che non è iscritto a FdI, ha il suo partito. Perché Forza Italia e altri devono avere rapporti con ‘Prima l’Italia’ e quando FdI ha rapporti con DiventeràBellissima di Musumeci questo diventa uno scandalo”, ha detto ancora La Russa. Ma il vero piatto forte è quello che riguarda il malpancista per eccellenza, il nemico giurato del Musumeci bis. Alla domanda diretta dei cronisti, La Russa risponde così. “Se candidare Raffaele Stancanelli, mio fraterno amico, lo decidiamo eventualmente noi di FdI, non me lo devono certo dire gli altri”, ha detto il senatore che non chiude all’ipotesi (che farebbe da sintesi con Lega, autonomisti e pezzi di Forza Italia) ma rivendica in primo luogo la centralità del partito. Insomma, si va per tentativi nella speranza di riaprire le trattative, in primis a Palermo. E in attesa delle mosse altrui. A partire dall’incontro di stamattina tra la senatrice Licia Ronzulli e i vertici del partito azzurro. I più ottimisti sperano sia l’occasione per mettere fine alle guerre fratricide e ufficializzare la candidatura di Cascio, ma qualcuno dietro le quinte lascia intendere che l’operazione potrebbe rivelarsi tutta in salita. Vedere per credere.
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25 Marzo 2022, 05:45