Frizioni nel mondo antiracket,|ma alla fine è pace fatta

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24 Settembre 2011, 09:44

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Sembrava essere una spaccatura sul fronte dell’antimafia catanese, ma il “muro” della lotta alla criminalità organizzata ha retto anche dopo qualche incomprensione generata da un vorticoso turbinio di dichiarazioni rese a mezzo stampa. Il “casus belli” risale allo scorso 17 settembre, quando il murales realizzato dal Cervantes, il centro sociale di destra, nella circonvallazione etnea raffigurante Paolo Borsellino è stato deturpato da una scritta che associava mafia e fascismo in termini dispregiativi.

Un fatto analogo è accaduto anche al murales realizzato da AddioPizzo in viale Ulisse, che solo pochi mesi fa, era stato imbrattato con della vernice rossa gettata sul volto del giudice. Proprio per questo motivo, ci spiega Simone Luca, presidente di Addiopizzo Catania, “subito dopo l’atto vandalico l’associazione aveva diramato un comunicato di solidarietà nei confronti del Cervantes, perché la lotta antimafia non ha colore politico ma è un patrimonio di tutti e noi abbiamo subito lo stesso identico atto”. Alla solidarietà sono seguite, però, delle incomprensioni che hanno fatto pensare ad una crepa tra l’amministrazione comunale, Addiopizzo e il Cervantes. Infatti l’assessore alle Politiche Giovanili OttavioVaccaro aveva dichiarato che “avevamo patrocinato l’iniziativa della creazione del murales, non potevamo non aiutarli anche dopo l’imbrattamento”. L’aiuto di cui parlava l’assessore sembrava essere di natura economica e per questo sembrava agli occhi di molti una disparità di trattamento rispetto a quando accaduto al murales di Falcone.

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A leggere le dichiarazioni di una ragazza di Addiopizzo rilascate a Step1 sembrava proprio che il Cervantes avesse beneficiato dei contributi, mentre l’associazione antiracket no. In merito Gaetano Fatuzzo, rappresentante del centro sociale di destra, ci ha spiegato che “non è nella filosofia del Cervantes chiedere contributi alla politica, basti pensare a tutte le iniziative che abbiamo svolto e che sono state tutte autofinanziate. Il Comune ci ha dato lo spazio dove realizzare il murales dietro una nostra richiesta, ma per la realizzazione dell’opera e adesso per il suo restauro non abbiamo ricevuto e non riceveremo nessun contributo. Tra l’altro – aggiunge Fatuzzo – la scritta che sfregia l’opera si trova in una parte bianca, quindi basterà comprare un barattolo di vernice e il danno sarà invisibile”.

Chiarisce e smorza sul nascere ogni tipo di polemica sugli eventuali contributi anche Simona Luca: “Siamo contenti che dopo il nostro murales si sia creato un circolo virtuoso e giudichiamo positive tutte le iniziative nate da uno spirito legalitario, che appoggeremo sia esse provengano da destra, da sinistra e dal centro”. Chiusa la polemica il Cervantes ha progettato la creazione, sui muri grigi della circonvallazione, di una sorta di pantheon dei martiri della mafia, con dei murales creati dalle varie associazioni presenti sul territorio, dai writers e dagli istituti d’arte.

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24 Settembre 2011, 09:44

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