Frode fiscale, sequestro da 102 milioni ai colossi della logistica Brt e Geodis - Live Sicilia

Frode fiscale, sequestro da 102 milioni ai colossi della logistica Brt e Geodis

Il provvedimento eseguito dalla guardia di finanza

MILANO – Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano ha sequestrato circa 102 milioni di euro in un’inchiesta del pm Paolo Storari che vede al centro i colossi della logistica Brt, la storica azienda italiana ex Bartolini attiva nelle spedizioni, e Geodis, entrambi controllati da due diversi gruppi francesi. In particolare, sono stati sequestrati 44 milioni a Brt e 37 a Geodis e 21 milioni a un’altra azienda ‘intermediaria’.

L’inchiesta per frode fiscale riguarda i cosiddetti ‘serbatoi di manodopera’, ossia lavoratori della logistica messi a disposizione da società intermediarie per le due grandi aziende.

Nell’inchiesta le due società, che fanno parte di due diversi gruppi francesi a controllo statale, sono indagate per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. E i reati al centro dell’indagine sono frode fiscale e compensazione di crediti inesistenti.

I sequestri, disposti d’urgenza dalla Procura (dovranno essere convalidati da un gip), hanno riguardato anche (per circa 21 milioni dei 102 totali) Antonio Suma, titolare di società intermediarie nel meccanismo di presunta frode fiscale, ossia quelle società che fornivano manodopera ai due colossi della logistica. L’inchiesta ricalca altre indagini già portate avanti dal pm Storari, tra cui quella che nel giugno 2021 aveva portato al sequestro di 20 milioni di euro a carico di Dhl, sempre azienda leader nella logistica. Dall’inchiesta era emerso che, attraverso società di intermediazione e finte cooperative, sarebbero stati creati “meri serbatoi di manodopera”, ossia lavoratori della logistica a cui le società intermediarie, tra l’altro, non versavano in gran parte i contributi. Uno schema simile ricostruito anche in questa indagine.

Le indagini sulla “somministrazione illecita di manodopera” con al centro i colossi della logistica Brt e Geodis hanno accertato, spiegano gli investigatori della Gdf, “una complessa frode fiscale caratterizzata dall’utilizzo, da parte delle multinazionali, di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore”.

ln particolare, nelle indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano con la collaborazione del Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate, è stata ricostruita “la ‘filiera della manodopera’” ed è stato “rilevato che i rapporti di lavoro con le società committenti sono stati in taluni casi ‘schermati’ da ‘società filtro’ che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società ‘serbatoio’), mentre in altri sono stati intrattenuti direttamente con quest’ultime”. Queste “facendo capo a un’unica regia, si sono avvicendate nel tempo, trasferendo la manodopera dall’una all’altra, omettendo sistematicamente il versamento dell’Iva e, nella maggior parte dei casi, degli oneri di natura previdenziale e assistenziale”.

Dall’analisi delle società fornitrici di manodopera è emerso pure che “alcune di esse hanno effettuato indebite compensazioni di imposte con crediti fiscali inesistenti”. Oltre 100 finanzieri stanno eseguendo diverse perquisizioni nei confronti delle persone fisiche e giuridiche coinvolte nelle province di Milano, Bologna, Firenze, Pavia e Treviso e stanno notificando “le informazioni di garanzia in tema di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti delle stesse”.

La “gestione di Brt non si distanzia da Dhl e Gls”, altre due grandi aziende della logistica finite al centro di indagini della Procura di Milano, “anzi sotto più punti di vista il fenomeno pare addirittura più grave”. Lo scrive il pm Paolo Storari nel decreto d’urgenza con cui ha sequestrato oltre 44 milioni di euro alla storica azienda di spedizioni, la ex Bartolini e ora Brt spa, che fa parte di un gruppo francese, nell’indagine per una presunta maxi frode fiscale attraverso i cosiddetti “serbatoi di manodopera”.

Dal decreto di 47 pagine (contestualmente la Gdf ha eseguito anche quello con sequestri per oltre 37 milioni su Geodis) risulta indagato per frode fiscale con false fatture, per gli anni che vanno dal 2016 al 2021, il presidente Giorgio Bartolini, insieme ad un altro dirigente e alla stessa Brt per la legge sulla responsabilità amministrativa. Azienda che nel 2021 ha avuto un volume di affari di oltre 1,7 miliardi di euro. “La condotta posta in essere da Brt di carattere fraudolento – scrive la Procura – dura (almeno) dal 2016 e ha comportato ingentissimi danni all’Erario”.

E ancora: “Nessuna tutela per i lavoratori, ‘costretti’ a passare da una cooperativa all’altra, pena la perdita del posto di lavoro”. Dagli atti emerge anche che da almeno due delle cosiddette società ‘filtro’, al centro del presunto schema illecito e che fornivano manodopera a Brt, sarebbero “transitati” oltre 3100 lavoratori, ossia “oltre il 60% della forza lavoro complessiva”. Il “primo beneficiario” della maxi frode, secondo il pm, oltre a Brt che “può garantirsi tariffe altamente competitive appaltando manodopera”, è Antonio Suma che “drena risorse dalle cooperative fornitrici di Brt”, attraverso Service Volt, una delle società a lui riconducibili. Suma che, tra il 2014 e il 2021, ha avuto redditi per oltre 10 milioni di euro.


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