Frontex sbarca a Catania | “L’Italia non è più da sola”

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27 Aprile 2016, 17:27

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CATANIA. La conferenza stampa comincia con un’ora e ventuno minuti di ritardo rispetto al protocollo. Una “differita” per nulla piacevole ma che segna, l’apertura dello sportello Frontex (che sta per Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa dei confini esterni degli Stati membri dell’Unione europea) a Catania: una inaugurazione che costituisce se non proprio un passo decisivo sul fronte del fenomeno dello sbarco dei migranti, almeno un tassello essenziale nella raccolta delle informazioni legate ai flussi migratori. La conferenza si è tenuta a Palazzo degli Elefanti alla presenza dei massimi esponenti militari e di polizia della Regione.

Ma cosa accade con l’apertura di Frontex? In pratica, verrà coordinato il dispiegamento dell’equipaggiamento tecnico (navi, elicotteri e barche) e di guardie di frontiera specializzate verso quei paesi dell’Unione Europea che affrontano una crescete pressione migratoria. I migranti verranno, al contempo, identificati uno per uno.

Ecco, alcuni passaggi essenziali dei principali interventi:

ENZO BIANCO (Sindaco di Catania). “Quella di oggi è una giornata di legittima soddisfazione per Catania e la Sicilia. Abbiamo voluto fortemente e con ostinazione che fosse aperto un luogo vicino a dove il dramma dei migranti ha conosciuto la sua disperazione e venisse aperta una sede di Frontex. Noi riteniamo che questa task force dell’Unione Europea possa affondare alcuni obiettivi: in particolare, anzitutto, accrescere il livello di conoscenza veri e reali sul terreno della migrazione; aumentare l’efficacia del contrasto al traffico degli essere umani. La magistratura italiana – e con orgoglio quella catanese – ha dato un colpo durissimo a chi effettua il traffico degli essere umani: hanno catturato e condannato decine di pericolosi criminali. Ha supplito alla carenza dell’ordinamento italiano ed europeo con la competenza dei suoi magistrati. Da Frontex e dalle istituzioni europee ci attendiamo un’azione efficace per portare alla salvezza di vite umane.
Signor Commissario, ci aiutiamo anche di essere aiutati nella nostra politica di accoglienza: negli ultimi anni sono arrivati decine di migliaia di disperati che, invece, cercano speranza. Ci sono state settimane in cui a Catania abbiamo requisito palazzi dedicati allo sport per concederli alle persone sbarcate: così come è accaduto in altre parti della Sicilia. Abbiamo seppellito nel nostro cimitero decine di corpi. Oggi, ci sentiamo meno soli e più forti per affrontare il dramma delle migliaia di disperati che continueranno a sbarcare nelle nostre coste ed ai quali non possiamo non dare risposte. Grazie per il vostro supporto”.

ANGELINO ALFANO (Ministro dell’Interno). “Sono lieto e onorato di essere qui. Abbiamo scelto la sede del Comune di Catania per questa conferenza stampa in segno di riconoscimento verso chi ospiterà la task force sulla immigrazione. Noi siamo un grande Paese che vuole garantire sicurezza: abbiamo messo l’Italia dalla parte giusta della storia evitando che il Mediterraneo fosse un mare di morte. Non abbiamo dato tregua ai trafficanti di morte arrestandone 520 nel 2015 e 160 nel 2016. 
O l’Europa prenderà decisioni nette oppure per l’Europa saranno tempi cupi. Noi, oggi, abbiamo alcuni fronti aperti: il primo, quello di un nuovo negoziato con la Libia ma occorre che le leadership europee si dimostrino tenaci così come hanno fatto con la Turchia; la seconda riguarda il meccanismo dei rimpatri che sono necessari per coloro che non sono in regola con le nostre leggi. 
L’Italia aveva due punti deboli: quello delle identificazioni e della durata del procedimento di autorizzazione o diniego dell’accoglimento degli asili politici. Siamo riusciti a far fronte ad entrambe le urgenze.
Con il commissario Avramopoulos abbiamo lavorato in Prefettura per mettere ancora più a regime il sistema: ho proposto di studiare la proposta di mettere in mare navi che possano raccogliere le impronte in modo tale da non avere la necessità di avere sulla terra ferma un luogo fisico dove effettuare il riconoscimento”.

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DIMITRIS AVRAMOPOULOS (Commissario europeo). “Per me è un grande onore essere in una città come Catania. Conosco Enzo Bianco da tempo e lui aveva già in mente quello che sarebbe stato il flusso delle migrazioni. Ed il problema dei governi è che non ascoltano i sindaci. L’Europa è qui per sostenere l’Italia e condividere il peso della responsabilità: da questo punti di vista, l’occasione dell’inaugurazione di oggi rappresenta un passo avanti importante per un approccio che sia unitario. Abbiamo già quattro “hot-spot” e questo quinto di Catania è il più importante: il ruolo non è solo quello di visionare ma anche di offrire uno scambio di informazioni. L’ho detto più volte e lo ripeto: “L’Italia non è da sola, l’Europa è a fianco dell’Italia”. Ancora molti migranti arriveranno in Italia: e dobbiamo farci trovare pronti. Ma rispetto al passato la situazione è diversa perchè l’Europa c’è ed è a fianco dei Paesi maggiormente colpiti come la Grecia e l’Italia: l’Europa ha fatto del suo meglio per fronteggiare questa emergenza. E’ certo che la Commissione e la mia persona continueranno a cooperare per dare risposte a questa crisi”.

Ad intervenire nel corso del pomeriggio, anche: Andrea Gueglio (Eunavrof Med), Luis de Eusebio Ramos (Europol), Fabrice Leggeri (Frontex), José Carreira (Easo), Teresa Camelio (Eurojust).

A margine, riportiamo la dichiarazione dell’eurodeputato Giovanni La Via:
“Da Bruxelles abbiamo fatto sentire la nostra voce, e ci siamo spesi sin da subito, insieme al Ministro Alfano, con il Commissario Avramopoulos e il Direttore esecutivo Leggeri affinché Catania avesse il riconoscimento che la Sicilia intera ha dimostrato di meritare. La sede di Frontex a Varsavia era nata sulla base di esigenze diverse, mentre adesso il Mediterraneo è teatro di questo fenomeno, che ha assunto ormai dimensioni epocali”- dichiara Giovanni La Via, Presidente della Commissione Ambiente, Sanità e Sicurezza alimentare del Parlamento europeo. Con la nuova sede di Frontex a Catania, abbiamo scommesso su un territorio che ha già dimostrato eccezionale spirito umanitario e grandi capacità d’intervento. Da Catania si lavorerà in stretto contatto con gli ufficiali di collegamento di Europol, Eurojust e dell’EASO, l’Ufficio europeo d’asilo. E ciò avviene contemporaneamente alla proposta del Migration Compact, il documento che il governo ha trasmesso all’Unione europea, che consentirà, se sostenuto dagli altri Stati membri, una gestione dei flussi sostenibile attraverso una cooperazione mirata e rafforzata coi Paesi terzi di provenienza e di transito”.

E dell’eurodeputato, Salvo Pogliese: “L’apertura della sede Frontex di Catania, seppur con forte ritardo, è una notizia positiva perché la Sicilia rappresenta la frontiera meridionale dell’Europa e sta da tempo pagando il prezzo più alto di quest’emergenza immigrazione. Già nel 2014 avevo chiesto tramite un’interrogazione urgente alla Commissione europea – spiega Pogliese – di trasferire la sede dell’agenzia Frontex in Sicilia. L’emergenza immigrazione deve essere affrontata con rapidità, rendendosi conto direttamente di quel che accade nel mar Mediterraneo e ciò risulta difficile se una agenzia, impegnata in prima linea, ha come unica sede quella di Varsavia.”

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27 Aprile 2016, 17:27

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