Fu una delle prigioni del piccolo Di Matteo | Un’azienda agricola ritorna alla legalità

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24 Giugno 2015, 15:24

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CALTANISSETTA – Riconsegnata al mondo della legalità l’azienda agricola a Vallelunga, in provincia di Caltanissetta, che fu una delle prigioni durante il sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo. Il bene confiscato alla mafia va al consorzio “Sviluppo e Legalità” per il suo immediato riutilizzo. Di Matteo trascorse tre lunghe giornate in un grande casolare nella campagna nissena, una delle quattro prigioni che lo condussero alla morte, in un pellegrinaggio di provincia in provincia Palermo, Caltanissetta, Agrigento e Trapani.Giuseppe Di Matteo, 13 anni, ucciso per il cognome che portava e sciolto nell’acido da Giovanni Brusca solo per aver portato con sè l’ereditarietà di una colpa non sua, essere figlio di un uomo che aveva deciso di pentirsi e collaborare con la giustizia.

Il secondo luogo dove il ragazzino fu tenuto prigioniero era un azienda agricola a Vallelunga, in provincia di Caltanissetta, di proprietà di Alfonso Scozzari, condannato a sette anni per aver partecipato al sequestro Di Matteo e per aver messo a disposizione della famiglia mafiosa un bene di sua proprietà. Adesso il bene confiscato alla mafia è stato consegnato al consorzio e “Sviluppo e Legalità” e diventerà un luogo di rinascita.

Probabilmente un’azienda agricola per utilizzare la vocazione naturale dei luoghi. A Caltanissetta in prefettura la consegna ufficiale dinnanzi alle più alte carine civili e militari ed agli esponenti della magistratura, il presidente nazionale dell’Anm Rodolfo Sabelli, il presidente provinciale dell’Anm Fernando Asaro, padrona di casa la prefetta Maria Teresa Cucinotta. Intervenuto inoltre il direttore dell’agenzia per i beni confiscati alla mafia, il prefetto Umberto Postiglione. Arrivata in città per l’occasione anche la presidente nazionale della commissione antimafia la senatrice Rosy Bindi.

“E’ un giorno importante perchè abbiamo restituito alla comunità un bene dove si sono consumate le violenze più efferate contro un bambino che ha pagato con la vita la ferocia delle mafie e le vendette – ha affermato Bindi  durante la cerimonia -. La giornata di oggi la dedichiamo a tutte le vittime di mafia e vogliamo dedicarla a tutti i giovani e all’infanzia d’Italia perchè trovi nelle istituzioni la risposta che cerca”.

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24 Giugno 2015, 15:24

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