11 Agosto 2017, 08:44
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PALERMO – La delusione di un addio non ancora digerito. Andrea Fulignati, adesso nuovo portiere del Cesena, si leva qualche sassolino dalla scarpa dopo la sua cessione: “Ricordo proprio come se fosse adesso quando venni a conoscenza della decisione tramite i giornali – racconta Fulignati al Giornale di Sicilia – Ancora non c’era il direttore sportivo e ci rimasi male, perché pensavo potesse arrivare la mia occasione. Dalla società non ho avuto segnali, ho visto il fatto compiuto senza avere alcun tipo di avvisaglie”. Adesso una nuova avventura a Cesena, ma con Palermo sempre nel cuore: “Non nego la felicità della scelta di andare a Cesena, ma con Palermo ho stretto un legame straordinario – prosegue Fulignati – Sono arrivato a 17 anni, sono passati cinque anni e in mezzo c’è anche l’esperienza di Trapani. Qui c’è la mia ragazza, è la mia seconda casa e sarei rimasto più che volentieri”.
Fulignati ripercorre la scorsa stagione ed il continuo ballottaggio con Posavec, un fatto che ancora fatica a digerire come il cambio di gerarchie dopo l’addio di De Zerbi: “Una delle delusioni più difficili da digerire, ne parlavo spesso anche in famiglia. Con De Zerbi avevo captato la possibilità di esordire in campionato dopo avermi fatto giocare in Coppa, ma arrivò Corini e fece le sue scelte. Lì sono stati importanti i senatori, i vari Diamanti, Rispoli, Vitiello e Gazzi. Cercavano tutti di farmi stare tranquillo, perché è inutile nasconderlo, la delusione di essere nuovamente messo fuori c’era. La situazione però non era delle migliori e prima bisognava pensare al bene della squadra“.
Chiosa finale del portiere toscano su chi lo ha aiutato a Palermo: “Sicignano era diventato il mio mental coach. Mi ha fatto capire allo stesso modo in cui ero riuscito a convincere il vecchio allenatore, potevo convincere quello nuovo. Tra l’altro mi conosce da quando ero ragazzino, ho avuto sempre lui e Paleari come preparatori”.
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11 Agosto 2017, 08:44