21 Luglio 2016, 16:16
2 min di lettura
PALERMO – Atti vandalici e furti all’ordine del giorno: trenta le biciclette rubate, di cui ventuno rintracciate dalle forze dell’ordine e nove non ancora ritrovate. Nei primi sette mesi dalla loro realizzazione, i cicloparcheggi del Bike sharing a Palermo sono stati bersagliati da ladri e vandali. Tra quelle maggiormente prese di mira le postazioni di via Volturno, della stazione centrale, di Foro Umberto I e via Rossini, a pochi metri dal Teatro Massimo. Un furto si è verificato anche in piazza Castelnuovo. Nulla sembra riuscire a far da deterrente ai malviventi. Eppure ogni parcheggio è dotato di telecamere di videosorveglianza e, ogni mezzo, può essere individuato tramite il gps.
L’Amat, che gestisce il servizio, ha già rimpiazzato diversi mezzi oggetto di furto, dotandoli di un nuovo sistema che non ne permette la manomissione. “Si tratta di un aggancio differenziato – spiega l’ingegnere Marcello Marchese, responsabile del Bike sharing a Palermo – che tramite una molla studiata appositamente, protegge la struttura da eventuali danneggiamenti. Ad entrare in azione – prosegue – sono soprattutto bande di ragazzini, a testimoniarlo sono le immagini delle telecamere che si trovano in ogni parcheggio. Siamo dispiaciuti perché il servizio è stato accolto benissimo dai palermitani, ma purtroppo risente spesso degli attacchi continui che cerchiamo di fronteggiare in ogni modo”.
Basti pensare che il cicloparcheggio vicino alla stazione centrale e quello del Foro Italico in questi giorni non sono stati in funzione perché messi ko la scorsa settimana dai vandali. Una scia di colpi che ha già provocato all’azienda un danno economico di almeno ottomila euro, considerando i costi per il ripristino delle normali condizioni delle postazioni e dei mezzi, oltre al valore di ogni bicicletta, che corrisponde a seicento euro. Bici che dopo i furti sono state ritrovate nei luoghi più disparati. Dai depositi in vecchi casolari, fino ai magazzini sequestrati ai quali sono stati rimossi i sigilli.
A giugno due mezzi sono stati persino “ripescati” in acqua, al porticciolo turistico della Cala, grazie alla segnalazione di alcuni cittadini. “Per fortuna – aggiunge Marchese – la collaborazione dei palermitani e delle forze dell’ordine ci aiuta a limitare i danni. Molto spesso le biciclette rubate vengono nascoste in luoghi isolati, in cui il gps non riesce a captare il segnale. La durata della batteria è inoltre limitata, quindi la geolocalizzazione non è sempre possibile. Non sono comunque biciclette dalla facile ricettazione. Sono state appositamente create per essere distinguibili e facilmente individuabili, sia per la struttura, per i colori e per il marchio che riportano, quindi prima di un eventuale vendita nel mercato nero trascorre del tempo durante il quale, spesso, riusciamo per fortuna a rientrarne in possesso”.
Attualmente le postazioni attive in tutto il capoluogo sono venti, altre nove saranno presto operative. “Attendiamo soltanto l’ok da parte dell’Enel – conclude Marchese – e anche in questo caso, le biciclette saranno dotate del nuovo sistema di antifurto che sarà in grado di scoraggiare i ladri e quindi di far diminuire il numero di colpi in città”.
Pubblicato il
21 Luglio 2016, 16:16