Furti di energia elettrica | Quando il “furbetto” ha la divisa

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01 Maggio 2015, 06:00

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PALERMO – La voce si era sparsa. La notizia che si potessero taroccare i contatori Enel era giunta fin dentro gli uffici della Polmare di Palermo. E non solo. Tra i clienti di Lino Caruso, l’elettricista di Borgo Nuovo capace di abbattere i costi della bolletta in maniera fraudolenta, ci sarebbero anche diversi uomini che indossano o hanno indossato la divisa.

Innanzitutto, fra gli indagati c’è Benedetto Marsala, ex sovrintendente capo della Polmare di Palermo, in pensione dal 2013. I poliziotti della Sezione reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile che hanno indagato sui furbetti del contatore ne ricordano i precedenti penali. Nel 1985, quando era già un agente, fu arrestato dalla Criminalpol di Napoli per porto, detenzione illegale e ricettazione di armi. Armi di fabbricazione tedesca che gli sarebbero state commissionate da un tale Paolo Dominici nella cui abitazione gli agenti trovarono le ricevute di tre vaglia postali per un importo di 1 milione di lire ciascuna in favore di Marsala.

Per la cronaca a casa di Dominici c’erano anche le fototessere di alcuni appartenenti alla Banda della Magliana, tra cui quella del terrorista nero Massimo Carminati, Er Cecato, di recente tornato in carcere nell’inchiesta romana su “Mafia Capitale”. Condannato in appello, Marsala ottenne la riabilitazione nel 2005. Nel 2009, però, finì di nuovo sotto inchiesta dalla Squadra mobile di Palermo assieme ad un altro collega, Vincenzo Di Blasi (arrestato e poi condannato). Marsala venne intercettato mentre conversava con alcuni mafiosi, tra cui Stefano Marino di Brancaccio. Il pentito Santino Puleo lo indicava come coinvolto in una strana rapina ai danni di un corriere di droga.

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Eppure Marsala era in servizio alla Polmare il giorno in cui gli ispettori Enel e gli agenti della Mobile dicono di avere scoperto la manomissione del contatore nella sua casa di San Martino delle Scale. Manomissione che sarebbe opera di Lino Caruso a cui Marsala avrebbe procacciato altri clienti, tutti suoi colleghi. Perché altri uomini in divisa avrebbero sfruttato i servigi dell’elettricista.

Hanno appena ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini, preludio della richiesta di rinvio a giudizio, anche Biagio Amodeo (ex assistente capo della Polmare e oggi alla Polfer) Antonio Russo (appuntato scelto dei carabinieri), Francesco Sala (ex poliziotto in pensione). Secondo i pubblici ministeri Maurizio Agnello, Renza Cescon e Gaetano Guardì, ci sarebbero gli elementi per mandarli sotto processo. Alcune voci sono rimaste impresse pure nei nastri magnetici delle intercettazioni. Ad esempio quando, utilizzando il telefono del posto di polizia all’interno del porto di Palermo, Marsala fissava un appuntamento con Caruso per conto del collega Amodeo: “Senti qua a che ora gli dico per domani pomeriggio a Biagio, a che ora?”.

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01 Maggio 2015, 06:00

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