Furti ripetuti, denunce, paura: allarme sicurezza

Furti ripetuti, denunce, paura: allarme sicurezza

C'è il caso dell'azienda presa di mira per decine di volte nel giro di appena venti giorni. Caltagirone s'interroga sul da farsi.

CALTAGIRONE. Quaranta furti in appena venti giorni, sempre ai danni della stessa azienda. Ma non solo. Furti nelle abitazioni e nelle campagne, ronde armate e poliziotti feriti. Dei criminali girano anche le foto sui gruppi telegram ma nonostante siano stati denunciati ed in un primo momento, fermati, rimangono a piede libero. 

Sono storie che si intrecciano fra loro, quelle delle vittime numerosissime, dei reati di furto nella città di Caltagirone. Un territorio, fra i più grandi di tutta Italia, ventiquattresimo in Italia per superficie, più grande della stessa città metropolitana di Catania, dove si contano però appena qualche decina di poliziotti e carabinieri.

Storie comuni

C’è la storia, inverosimile di un’azienda di Caltagirone che si occupa della gestione di distributori automatici: quaranta furti con tanto di devastazione delle macchinette in appena 20 giorni. Ladri colti nel fatto, arrestati ma per un cavillo tornati in libertà e che, a loro volta, ritornano a rapinare la stessa azienda, giorno dopo giorno, indisturbati.
Il titolare disperato si sfoga sui social e oltre a denunciare, ogni giorno l’accaduto alle forze dell’ordine, non può far altro che sperare che la notte seguente non debba ricominciare la conta dei danni.

C’è la storia di un commerciante, uno dei pochi che anima ancora il centro storico, ormai abbandonato, di Caltagirone, che perde mesi di guadagni per sostituire la vetrata della sua attività, distrutta per poi rubare i pochi spicci contenuti nel registratore di cassa.
Ci sono le immagini dei rapinatori, che permangono impietose e ci sono gli altri, numerosissimi furti, compiuti con le stesse dinamiche ad un’altra decina di commercianti, che denunciano, riparano porte e finestre e tornano a lavorare con più rabbia e delusione verso lo Stato.

C’è il panificio che viene derubato due volte in pochi mesi, sempre dagli stessi criminali, sempre costretto a sostituire vetrate e infissi perché nonostante le immagini i delinquenti che la notte distruggono tutto, la mattina vi passeggiano davanti indisturbati quasi a sfidare gli esercenti della zona.

Ci sono anche la rosticceria e il camion di panini, che non denunciano, che non vogliono vedere bruciate le loro attività, che avrebbero voluto farlo ma che temono ritorsioni da parte di chi, strafatto di eroina e crack taglieggia loro qualche decina di euro e birre alla presenza di altri avventori.

C’è poi il poliziotto, ormai prossimo alla pensione, che si offre volontario per un turno in più, vista la scarsità cronica di personale delle forze dell’ordine su tutto il territorio che, per dare una mano ai colleghi che cercano, come possono, di presidiare il territorio, finisce pestato a sangue da balordi durante un controllo. 

C’è la coppia di coniugi di settant’anni che ha trovato la casa distrutta da chi, pur di raccattare qualcosa non ha avuto rispetto neppure per l’album fotografico di famiglia, ridotto a brandelli con le foto strappate.

C’è un fiume di droga che alimenta decine di criminali – disperati – che ormai pur di farsi una dose, picchiano anche i propri familiari.

C’è infine il silenzio della criminalità organizzata in un territorio dove, dopo decine di arresti e la morte del boss di mafia Ciccio La Rocca, nessuno sa chi comanda e di certo non riconoscono lo Stato come autorità. 

In queste ultime settimane, alla paura e al senso di abbandono che si percepisce chiaro, su uno specifico gruppo telegram vengono diffuse le immagini dei rapinatori sorpresi dalle telecamere di video sorveglianza e ci sono le ronde, anche armate a difesa delle attività commerciali e delle proprietà private. 

Ci sarebbe, infine e il condizionale è d’obbligo, anche la storia, quella forse più inquietante di un tunisino, che apparterrebbe ad un gruppo di rapinatori che scorrazza indisturbato per la città, raggiunto dal piombo del fucile di un uomo che lo avrebbe sorpreso nella sua proprietà privata intento, per la quarta volta a tentare di forzare la porta di un garage.
In qualche modo ed da qualche parte, prima o dopo occorrerà prendere sul serio quanto sta accadendo.


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