03 Settembre 2014, 16:52
2 min di lettura
PALERMO – Era una delle più importanti opere d’arte trafugate in Sicilia. Per la precisione, a Palermo. I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico l’hanno scovata a Forte dei Marmi. Il fonte battesimale trafugato nel 1989 nella chiesa Santa Maria La Nova faceva bella mostra in una lussuosa villa in Versilia nella disponibilità di un facoltoso imprenditore di Milano. Un personaggio noto alle cronache giudiziarie. Fu coinvolto, infatti, nella stagione di Mani Pulite.
Un ritrovamento eccezionale che lascia aperto, però, il fronte investigativo. Ci si chiede ancora come si possa entrare in una chiesa nel cuore della notte, in centro storico, portandosi via un’opera marmorea che pesa più di mille chili senza che nessuno abbia visto o sentito qualcosa. Le indagini, condotte dal pm di Lucca Elena Leone, proseguono. Nel frattempo, e non è poco, i carabinieri piazzano un bel successo d’intesa con le Procure di Palermo e Lucca.
Lo scorso aprire i carabinieri si mettono sulle tracce dell’imprenditore milanese. Le notizie raccolte tra i mercanti d’arte sono piuttosto precise. Raccontano di una villa piena di oggetti, tra cui il fonte battesimale del 1574. Praticamente un museo. I militari eseguono una perquisizione e trovano conferma alle indiscrezioni che provenivano dal sottobosco dei trafficanti di opere. Un sottobosco dove l’imprenditore era ed è piuttosto conosciuto. Di lui si era già parlato nei giorni caldissimi delle inchieste milanesi che sconquassarono il mondo dell’alta finanza e degli appalti negli anni Novanta. In particolare, la sua vicenda riguardava alcuni lavori dell’autostrada Milano-Serravalle-Ponte Chiasso. Ai militari l’imprenditore ha detto di avere comprato il fonte battesimale in maniera regolare. Le sue parole, però, vengono giudicate tutt’altro che convincenti.
Adesso si attende che il fonte ritorni a casa, nella chiesa palermitana che si affaccia su piazza San Giacomo La Marina, a metà strada tra la Vucciria ed il porticciolo della Cala. Un gioiello dalle linee gotico-catalane. Un’altra opera torna a disposizione della collettività, ma è ancora lungo l’elenco dei gioielli di cui non c’è più traccia. La Natività di Caravaggio, rubata nel 1969, resta il pezzo più pregiato. E ci sono pure due tele di Pietro Novelli, “San Michele combatte Satana” trafugata a Palermo due mesi prima della Natività, nell’ agosto del 1969, e un “Cristo Benedicente” rubato nel febbraio 1994 da una abitazione. Nel 1982 scompare un dipinto su vetro raffigurante la “Fuga in Egitto”. Ed ancora, la “Madonna del Riposo” rubata nel ‘ 92 dalla Curia di Santa Lucia del Mela, mentre nel 1988 è sparita dalla chiesa di San Domenico a Rometta una “Madonna con Bambino, San Giuseppe, San Michele e Sant’Antonio da Padova”. E l’elenco prosegue con vasi, sculture e antiche monete rubate a Termini Imerese, Morgantina, Gela e Centuripe.
Pubblicato il
03 Settembre 2014, 16:52