30 Gennaio 2022, 20:06
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PALERMO – Democristiani sì, ma divisi. Anche al netto delle manovre al Centro che hanno interessato le retrovie dell’elezione del Capo dello Stato. Non a caso è stato rieletto un esponente della sinistra Dc. E qualcosa vorrà pur dire. Se Pierferdinando Casini ha affermato appena ieri a Massimo Franco del Corriere della sera che vede un corridoio aperto per la Balena bianca; in Sicilia, gli eredi dello Scudocrociato puntano alla scomunica preventiva. “Nessuna alleanza tra la DC Nuova, che io rappresento, e l’UDC di Decio Terrana”. Lo afferma il commissario regionale della DC Nuova, Salvatore Cuffaro, “smentendo – si spiega in una nota – quanto detto in un’intervista televisiva da Decio Terrana e Pino Pellegrino”.
L’ex governatore punta i piedi e segna il campo. ”Mi fa specie vedere che la prima immagine dell’intervista sia una foto di un evento proprio della Democrazia Cristiana Nuova, che dicono essere una bandiera senza vento, ma che ha prodotto grandi risultati alle scorse elezioni. Smentisco con veemenza – prosegue – che ci sia ‘commistio’ tra la DC e l’UDC. I simboli sono importanti ma non essenziali: quando l’esercizio di utilizzo degli stessi è privo di contenuti si dissolve in una dozzinale operazione di marketing, dalla quale mi dissocio categoricamente”.
Un simbolo importante, da non svendere, benché sia difficile individuare a chi appartenga in maniera definitiva. Cuffaro intanto si aggrappa alla storia del partito più importante della vicenda repubblicana. “All’intento propagandistico che segue una logica commerciale, come se i valori fossero beni materiali e non patrimonio immateriale, rispondo che la Democrazia Cristiana è innanzitutto di chi l’ha fondata: di Don Sturzo, di Alessi, di De Gasperi, e di tanti altri. Ma noi vogliamo, sopra ogni cosa, che la Democrazia Cristiana Nuova torni a essere delle persone, ed è Nuova non perché è diversa ma perché è rinnovata nella sua capacità di comunicare e nelle intuizioni, ed è con questo spirito che vogliamo che torni a vivere nel cuore di molti”, continua.
Il cantiere del governatore regionale prosegue la sua arma, dopo che alle scorse Amministrative siciliane ha superato tranquillamente lo sbarramento ovunque si sia presentato. ”Vogliamo riportare nella scheda elettorale un’idea dal cuore antico ma innovativa che – aggiunge – possa concretizzarsi con l’unico modo che conosco e cioè mettendo a servizio delle persone
e dei cittadini, donne e uomini giovani e capaci, spinti da una forte motivazione, senza permettere a volti riciclati di inquinare questo progetto”.
Parole pesanti, insomma. Continua Salvatore Cuffaro: “Non siamo interessati a ‘liti in famiglia’, a pettegolezzi sterili o ad autoproclami, siamo concentrati a lavorare per ricostruire il partito in Sicilia con entusiasmo e lealtà. Vogliamo rendere la Democrazia Cristiana un partito plurale e popolare, capace di entusiasmare ma senza mai abbandonare il senso di responsabilità: una DC nuova, libera, aperta e democratica per far tornare i valori della dottrina sociale della chiesa, valori per noi non negoziabili”.
E ancora: ”Lavoriamo ad un progetto credibile che esercita la Democrazia partendo dal partito stesso, cominciando dalla campagna tesseramento per poi passare al congresso regionale in cui saranno gli iscritti a votare la classe dirigente e le cariche del partito regionale, nessuna figura calata dall’alto. Sono i giovani i veri protagonisti di questa mia impresa”, conclude Cuffaro.
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30 Gennaio 2022, 20:06