27 Marzo 2015, 10:10
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CATANIA – Nella storica piazza Chiesa Madre ormai c’è un parcheggio abusivo. La piazza, da sempre, luogo d’aggregazione per generazioni di cittadini, dai più giovani fino agli anziani, ora è luogo di sosta per auto. Poco distante si trova la fermata dell’autobus 726, dove è facile essere investiti da automobili e ciclomotori, a causa dello spazio decisamente ristretto. Problema, del resto, comune a diverse strade del quartiere. Siamo a San Giovanni Galermo, periferia nord di Catania. Paese autonomo fino al 1927, il rione è ormai diventato parte della città anche se di questa rappresenta un aspetto non proprio edificante.
Giuseppe Zingale, vicepresidente della quarta circoscrizione, da anni denuncia varie mancanze all’amministrazione comunale: ma i risultati non sempre incoraggiano. Nel caso del parcheggio, la richiesta di provvedimenti è passata dall’amministrazione Scapagnini a quella di Stancanelli e infine all’attuale, guidata dal sindaco Bianco. Intanto la piazza e le vie circostanti rimangono invase da veicoli.
La questione della fontana di piazza Chiesa Madre è significativa. “Si tratta di un’antica fontanella”, racconta Zingale, “continuamente distrutta dal traffico di passaggio, ricostruita e nuovamente frantumata. Intorno anche le mattonelle saltano di continuo: lo spazio è inadatto al parcheggio”. Anche l’illuminazione pubblica è trascurata e insufficiente: “Dal 2008”, continua il vicepresidente, “chiediamo che si provveda a sostituire i bulbi dei lampioni: ne funzionano solo tre. Ma la ditta competente non provvede”.
Le proposte non mancano: “Chiediamo ulteriori arredi urbani, perché i residenti possano fruire meglio della piazza, che dovrà essere comunque messa in sicurezza: alcuni paletti potrebbero proteggere lo spazio della fontana o, disposti in linea, proteggere l’accesso al marciapiede”. Mentre i residenti confermano la quasi totale assenza dei vigili urbani nel gestire tale situazione, Zingale ricorda che San Giovanni Galermo non ha parcheggi, a parte lo scambiatore dinanzi all’Etna Bar: inaugurato nel 2007 dal sindaco Scapagnini, a tutt’oggi non risulta neppure collaudato. Anche qui l’illuminazione è scarsa, e molte banchine sono ridotte in pezzi; chi vi lascia la macchina lo fa praticamente a proprio rischio.
Il posteggio abusivo non crea solo disagio, ma è soprattutto un concreto intralcio a gestire lo spazio secondo un piano d’emergenza, in caso di calamità naturale. “Nella nostra zona, date le condizioni territoriali, possono verificarsi imprevisti di più generi, non solo di natura sismica”, spiega Antonino Mirabella, responsabile del settore Protezione Civile per l’associazione di volontariato “Soccorso e Fratellanza”. Il piano d’emergenza per S.G. Galermo esisterebbe, ben articolato e funzionale. Ma, in gran parte, sembra rimasto sulla carta.
Esistono, di fatto, zone del quartiere destinate all’evacuazione e alle attività di soccorso: dalle aree di attesa, adatte a ricevere la popolazione nell’immediato, proseguendo con le aree di ammassamento per soccorritori e risorse. Senonché tali zone, col passare degli anni, sono divenute sempre meno idonee: danneggiate, modificate e magari invase da costruzioni abusive. La difficoltà pare esistere anche in senso culturale: “Della divulgazione si occupano principalmente le associazioni di volontariato”, spiega Mirabella, “che hanno tenuto più incontri presso scuole e parrocchie per illustrare i vari aspetti del piano. Noi abbiamo anche organizzato esercitazioni pratiche a Picanello e presso il Villaggio S.M. Goretti. Ma la partecipazione è stata generalmente scarsa: è una logica di protezione civile nel suo senso concreto, che manca e bisogna creare”. Nello specifico, presso la IV Municipalità catanese si terranno, da Aprile 2015, alcuni incontri volti a sensibilizzare la popolazione riguardo ad incidenti domestici e comportamenti da adottare in stato di calamità.
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27 Marzo 2015, 10:10