09 Novembre 2017, 17:40
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PALERMO – Le indagini sono chiuse. Per il sindaco grillino di Bagheria, Patrizio Cinque, e gli altri 24 indagati si profila la richiesta di rinvio a giudizio. Le sue spiegazioni fornite al Gip non sono bastate a convincere i pm guidati dal procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio.
Al sindaco vengono contestati sei capi di accusa: turbativa d’asta, turbata libertà nella scelta del contraente, falso, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio e omissione di atti d’ufficio. Ora tutti gli indagati avranno venti giorni di tempo per farsi interrogare o presentare memori difensive o presentare nuove prove a discolpa.
Il capitolo più spinoso dell’inchiesta coinvolge il vigile urbano Domenico Chiappone, il quale avrebbe fatto sapere al primo cittadino che erano partiti gli accertamenti sulla casa abusiva del cognato di Cinque, Domenico Buttitta. La polizia municipale si stava attivando per i controlli e le eventuali contestazioni.
Ci sono poi le presunte anomalie per l’affidamento del servizi di raccolta dei rifiuti e la gestione del palazzetto dello sport. Tutte accuse respinte con forza dal primo cittadino e in parte ridimensionate dal giudice per le indagini preliminari Michele Guarnotta che respinse la richiesta di arresti domiciliari, applicando a Cinque il solo obbligo di firma, poi revocato.
Ecco i nomi degli altri indagati: Raimondo Giammanco, Michele Raspanti, Salvatore Rappa, Onofrio Lisuzzo, Romolo Salvatore Maggio, Manlio Munafò (ex commissario della Città metropolitana di Palermo), Maria Tiziana Maggio, Angela Battaglia, Maria Luisa Aiello, Antonina Di Leonardo (avrebbero tutti partecipato alla stesura del verbale considerato falso con cui si diede il via libera al noleggio dei mezzi per la raccolta dei rifiuti), Salvatore Asaro, Giuseppina Di Martino, Marco Gelsomino (rispettivamente presidente della commissione di gara, impiegata comunale e imprenditore che avrebbero condizionato la gara per l’acquisto di un altro autocompattatore), Angela Rizzo, Francesca Paola Abbate, Giovanni Sorci, Giuseppina Buttitta (tutti impiegati comunali, avrebbero falsificato un verbale nella procedura per un progetto di “innovazione sociale”), Caterina Finocchiaro e Salvatore Provenzano.
*Aggiornamento ore 20.29
“Mi limito ad una breve dichiarazione relativa all’eventuale rinvio a giudizio, – afferma Cinque – dico eventuale in quanto non è da escludere una possibile archiviazione. Ad oggi, non posso che esprimere e manifestare tutta la mia fiducia nella magistratura, e rimango sereno perché fermamente convinto della mia innocenza”. Per gli avvocati Antonio Di Lorenzo e Vincenza Scardina “il gip non ha ravvisato alcun indizio di reato circa la contestazione di turbativa d’asta, concernente l’affidamento del servizio raccolta rifiuti nel Comune di Bagheria. Invero, l’accusa relativa al suddetto capo d’imputazione appare del tutto superata dalla copiosa produzione documentale prodotta in sede di indagini, dalla quale si evince l’assoluta insussistenza del reato”.
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09 Novembre 2017, 17:40