29 Dicembre 2023, 09:03
4 min di lettura
AGRIGENTO – Sono accusati di aver dato vita ad una vera e propria organizzazione in grado di pilotare e dirottare gli appalti sull’isola di Lampedusa in favore di parenti e amici. La procura di Agrigento ha notificato l’avviso di conclusione indagini nei confronti di 26 tra politici, dirigenti comunali e imprenditori locali in quello che sembrerebbe un vero e proprio terremoto giudiziario che si è abbattuto sulla più grande delle Pelagie.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore Giovanni Di Leo e dal sostituto Paola Vetro, ipotizza l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti contro la Pubblica Amministrazione: concussione, peculato, abuso d’ufficio. Al vertice dell’organizzazione, secondo le contestazioni mosse dagli inquirenti, ci sarebbero stati l’ex sindaco Totò Martello, il suo vice e assessore Salvatore Prestipino nonché i dirigenti comunali Giuseppe Di Malta e Manlio Maraventano, rispettivamente a capo dell’ufficio tecnico e del settore lavori pubblici e manutenzione. A tutti viene contestato il ruolo di promotori.
Al centro della maxi inchiesta, eseguita sul campo dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, ci sarebbe soprattutto l’appalto per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete fognaria di Lampedusa. I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra il 2019 ed il 2021. Appalto promosso dal Comune e regolarmente aggiudicato da una ditta di Messina. Almeno sulla carta. Per la procura di Agrigento gli ex amministratori locali di Lampedusa “attraverso condotte di costrizione, plurimi affidamenti illegittimi e appropriazione di somme di denaro pubbliche” avrebbero imposto all’impresa aggiudicataria di accettare le modalità di lavoro indicate subappaltando le opere a ditte di amici e parenti. Tra le imprese beneficiarie dei lavori in subappalto, riguardanti i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria delle stazioni di sollevamento, vi sono quelle gestite dai familiari dell’ex sindaco Martello: il fratello, due nipoti, la cognata e la moglie di un nipote.
Per tale motivo all’ex primo cittadino viene contestato anche il reato di abuso d’ufficio perché “pur versando in una ipotesi di conflitto di interesse” affidava direttamente tramite determine dirigenziali lavori di manutenzione alla ditta del fratello. Tra le accuse mosse agli ex amministratori locali, in qualità di pubblici ufficiali, anche quella di peculato. Per gli inquirenti, infatti, si sarebbero appropriati dei fondi destinati all’impresa che aveva regolarmente ottenuto l’appalto “procedendo al pagamento dei lavori indebitamente subappaltati alle imprese locali”. Con la chiusura delle indagini, dunque, la procura di Agrigento si appresta a chiedere il rinvio a giudizio. I ventisei indagati avranno adesso venti giorni di tempo per evitare di finire a processo con la possibilità di presentare documentazione, chiedere di essere interrogati o depositare memorie difensive.
GLI INDAGATI. Salvatore Martello, 68 anni, di Lampedusa; Manlio Maraventano, 55 anni, di Lampedusa; Giuseppe Di Malta, 64 anni, di Lampedusa; Salvatore Prestipino, 57 anni, di Pantelleria; Nicola Andrea Policardo, 58 anni, di Pantelleria; Giovanni Martello, 38 anni, di Lampedusa; Antonio Martello, 64 anni, di Lampedusa; Rosa Martello, 33 anni, di Lampedusa; Angela Maria Brignone, 59 anni, di Lampedusa; Claudia Castrone, 36 anni, di Lampedusa; Annalisa Lombardo, 49 anni, di Lampedusa; Massimo Campione, 64 anni, di Agrigento; Giuseppe Campione, 32 anni, di Agrigento; Cristiana Campione, 31 anni, di Agrigento; Giuseppe Sanguedolce, 48 anni, di Agrigento; Salvatore Pasquale Policardo, 61 anni, di Lampedusa; Domenico Cucina, 56 anni, di Lampedusa; Stefano Cucina, 50 anni, di Lampedusa; Rosario Cucina, 45 anni, di Lampedusa; Giovanna Taormina, 55 anni, di Lampedusa; Gianluca Cucina, 43 anni, di Lampedusa; Nicola Cucina, 33 anni, di Lampedusa; Umberto Cucina, 31 anni, di Lampedusa; Pietrino Cucina, 37 anni, di Lampedusa; Salvatore Cucina, 60 anni, di Lampedusa; Rosa Cucina, 30 anni, di Lampedusa.
“La procura agrigentina mi pare abbia preso un abbaglio. Sostiene che io abbia affidato lavori a miei parenti quando il compito del sindaco non è fare gare e dare affidamenti ma dare l’indirizzo politico. Le determine le fanno i dirigenti. Si parla di determine di 1000 euro o 500 euro che sono sempre dirigenziali. Dimostrerò nelle sedi opportune qual è l’abbaglio che ha preso la procura nei miei confronti e della mia famiglia. I miei familiari non hanno mai avuto rapporti con l’amministrazione di Lampedusa”. Lo dice l’ex sindaco delle Pelagie Totò Martello che è tra i 26 indagati, fra ex amministratori, funzionari comunali e imprenditori di Lampedusa, per cui viene ipotizzata un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione, abuso d’ufficio, concussione e peculato.
Pubblicato il
29 Dicembre 2023, 09:03