28 Giugno 2014, 18:55
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CATANIA – Ci siamo: che il Gay Pride catanese abbia inizio. Colori e allegria, ma soprattutto tanto orgoglio: questi i motori che hanno fatto partire, spedito come non mai, il corteo del Gay Pride etneo per l’edizione 2014, dopo una cinque giorni di incontri promossi dal direttivo Arcigay della città. Oggi Catania, prescelta insieme ad altre 12 città d’Italia, per la prima volta dopo la prova pilota dello scorso anno, è stata investita dall’Onda pride. A differenza delle scorse edizioni, infatti, quando una sola città in tutto il Paese veniva prescelta come sede del Gay Pride vissuto come evento nazionale, quest’anno il corteo toccherà oltre alla nostra anche le città di Roma, Alghero, Bologna, Lecce, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Torino, Venezia, Siracusa e Reggio Calabria.
Partito poco dopo le 18 da una centralissima piazza Cavour il corteo dai mille colori si è diretto verso il Teatro Massimo Bellini, investendo il centro storico della città. “L’omo nobilita il lavoro” lo slogan per questa edizione, un tema caldo che vede porre l’attenzione sul delicato tema del lavoro, difficile per tutti, ma ancor di più per chi è vittima costante di vessazioni e discriminazioni omofobe.
“Il tema che abbiamo scelto è quello del lavoro, proprio perché stiamo portando avanti un percorso omosessuale di analisi politica su tematiche che riguardano la rivendicazione dei diritti degli omosessuali – aveva spiegato negli scorsi giorni Alessandro Motta presidente Arcigay Catania –. Abbiamo avuto un ottimo riscontro da parte dei sindacati, a partire dalla Cgil e di questo ne siamo entusiasti”.
A stoppare chi considera queste manifestazioni soltanto dei momenti di eccentricità omosessuale ci pensa la riflessione di Vittoria che dedica un pensiero a chi ha vissuto anni difficili prima di lei: “Negli anni ’90 le discriminazioni verso gay e travestiti in Italia erano ancor più terribili di adesso – spiega la rossa trasgender catanese vestita da sposa – Oggi non che sia delle migliori la situazione, ma nulla ha a che vedere con ciò che avveniva prima, quindi ringrazio veramente tutti gli omosessuali, le lesbiche e le transessuali di una volta, perché grazie a loro oggi noi trans, gay e lesbiche abbiamo veramente voce nella società, come in questo pomeriggio. Il loro è stato un grandissimo atto di coraggio”.
Un evento quindi allegro sì, ma di riflessione; e che nessuno lo definisca un “Carnevale” come aveva detto Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay durante la presentazione ufficiale dell’evento a Catania lo scorso 24 giugno invitando tutti a venire al pride per conoscere davvero contenuti dell’evento: “La nostra è una manifestazione di libertà e di visibilità”.
Libertà e visibilità che questo pomeriggio hanno vestito Catania con i sette colori dell’arcobaleno della pace.
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28 Giugno 2014, 18:55