Il gennaio caldo del petrolchimico | Scatta lo sciopero contro i 150 esodi

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29 Dicembre 2015, 20:43

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GELA (CALTANISSETTA) – Un pacchetto di scioperi (da una a tre giornate), da articolare a gennaio nelle aziende dell’Eni operanti a Gela, è stato proclamato stasera dal consiglio sindacale delle Rsu dei chimici e dei lavoratori dell’energia per contrastare la decisione unilaterale dell’azienda di accelerare la riduzione degli organici nel petrolchimico di Gela. Dopo aver ridotto di 600 unità l’organico dello stabilimento, la direzione aziendale intende attuare, a Capodanno, il taglio di ulteriori 150 posti di lavoro per raggiungere così la quota di 400 dipendenti, fissata, nel novembre 2014, a Roma, con la firma del protocollo d’intesa che prevede l’abbandono della lavorazione del petrolio e la trasformazione della fabbrica in “green refinery” con la produzione di bio-carburanti. Ma spingere frettolosamente sulla riorganizzazione “in assenza di cambiamenti tecnici e senza una adeguata formazione” per Cgil Cisl e Uil significa mettere “le strutture operative in condizioni precarie, solo per una riduzione dei costi gestionali”. Per i sindacati si tratta di “un atto di rottura”. “Questo clima provocatorio – si legge in un comunicato – non produce sicuramente effetti positivi in un territorio dove la tensione è già altissima, per le notevoli difficoltà registrate nell’attuazione del protocollo, sia in termini di investimento che nella definizione dello stato di “area di crisi complessa””. L’Eni proprio alla vigilia del consiglio di fabbrica aveva comunicato alle segreterie di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil i criteri che adotterà nella riduzione degli organici. Nei primi otto giorni di gennaio l’esodo sarà volontario, con possibilità per il lavoratore di scegliere la nuova sede (se libera). Dall’11 gennaio l’azienda procederà ai trasferimenti d’ufficio.

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